Basta inverno! Non so voi, ma io ne ho già le palle piene.
Questi sono i giorni della merla, che mi perseguitano da una vita perché essendo nato io in uno di questi giorni, tutti mi dicono sempre “Ma sei nato nei giorni della merla!”, come se fosse una cosa di cui essere orgogliosi. Se dovessi mai beccare ‘sta merla, giuro che la spenno seduta stante, così crepa immediatamente dal freddo e la pianta di rompere gli zebedei nei secoli dei secoli, amen.
In questi giorni, come vi dicevo, ho compiuto gli anni.
Ricorrenza sempre più pesante. Per rallegrare l’evento ho pensato di regalarmi una nuova racchetta, ma i negozi miei storici fornitori di Marina di Ravenna in inverno sono chiusi. Così se ne riparlerà a marzo, e nel frattempo mi tengo la mia vecchia Vision ormai sfibrata, che trasmette nefaste vibrazioni al gomito ormai così tanto devastato alternativamente da epicondilite ed epitrocleite che quando faccio pipì mi devo infilare la fascia elastica altrimenti combino disastri.
Al braccio, intendo dire, la devo infilare la fascia. Ovviamente.
Ricorrenza sempre più pesante. Per rallegrare l’evento ho pensato di regalarmi una nuova racchetta, ma i negozi miei storici fornitori di Marina di Ravenna in inverno sono chiusi. Così se ne riparlerà a marzo, e nel frattempo mi tengo la mia vecchia Vision ormai sfibrata, che trasmette nefaste vibrazioni al gomito ormai così tanto devastato alternativamente da epicondilite ed epitrocleite che quando faccio pipì mi devo infilare la fascia elastica altrimenti combino disastri.
Al braccio, intendo dire, la devo infilare la fascia. Ovviamente.
Mia mamma mi ha regalato dei cioccolatini, subito sequestrati da mia moglie che li ha suddivisi tra quelli che le piacciono e quelli che non le piacciono, consegnando naturalmente a me i secondi. “Questi sono al cocco, li lascio a te che so che li mangi volentieri”, mi ha detto: affermazione che tornerà buona quando dovrò dimostrare la crudeltà mentale nel nostro rapporto di coppia.
Poi anche mia moglie mi ha fatto un regalo. Una bella sorpresa. Che, in continuità con le ciabatte regalatemi a Natale, allude velatamente al mio ormai prossimo e inevitabile declino fisico e alla prospettiva di un futuro sedentario.
I presupposti c’erano tutti: erano mesi che ripeteva che avevo bisogno di un pigiama nuovo, la sera prima mi aveva fatto gli auguri su Facebook pubblicando questa immagine
che, per inciso, produrrò agli atti al momento del divorzio, e quindi la mattina del mio compleanno mi alzo di buon’ora e cosa mi ritrovo sul tavolo della cucina? Un bel sacchettone chiuso da un nastro recante una scritta misteriosa: Te Zenis.
Che cosa dovevo mai pensare? Torno a letto e, mentre lei si rigira sul materasso, le sussurro “Grazie! Scommetto che è un pigiama.”
“Guarda, a me è sembrato carino. Ma se non ti piace, lo riporto indietro e (testuali parole!) prendo della roba per me.”
Non immaginerete quindi la mia sorpresa quando, aprendo il pacco, invece del previsto pigiama, mi sono trovato un tutone di felpa, ma mica sportivo, da poter sfoggiare magari allo Stop and Go in questo periodo di freddo intenso, no…: uno di quelli da portare in casa, con le pantofole di pelouche a forma di coniglio. Tutto bello lungo e attillato, perfetto sul fisicone di un modello palestrato ma che indossato da me mi rendeva sexy come una carruba.
Morale: il giorno dopo era già stato restituito al negozio e barattato con un set di mutande da donna.
Fine del compleanno, fine del regalo e arrivederci all’anno prossimo.
Che cosa dovevo mai pensare? Torno a letto e, mentre lei si rigira sul materasso, le sussurro “Grazie! Scommetto che è un pigiama.”
“Guarda, a me è sembrato carino. Ma se non ti piace, lo riporto indietro e (testuali parole!) prendo della roba per me.”
Non immaginerete quindi la mia sorpresa quando, aprendo il pacco, invece del previsto pigiama, mi sono trovato un tutone di felpa, ma mica sportivo, da poter sfoggiare magari allo Stop and Go in questo periodo di freddo intenso, no…: uno di quelli da portare in casa, con le pantofole di pelouche a forma di coniglio. Tutto bello lungo e attillato, perfetto sul fisicone di un modello palestrato ma che indossato da me mi rendeva sexy come una carruba.
Morale: il giorno dopo era già stato restituito al negozio e barattato con un set di mutande da donna.
Fine del compleanno, fine del regalo e arrivederci all’anno prossimo.
Mi rimangono però due consolazioni: la prospettiva della nuova racchetta che mi comprerò in primavera, e i cioccolatini al cocco.