Vi scrivo dal Lido di Spina, dove da qualche giorno io e mia
moglie veniamo a dormire sperando di stare un po’ più tranquilli, e dove
l’unico rischio sismico possibile (mi auguro!) è che possano ribaltarsi i pali
di sostegno dei campi da racchettoni, avviluppando il malcapitato giocatore
nella rete come un tonno nella tonnara senza però provocargli rilevanti danni
fisici, ma solo enormi danni morali.
Se non fosse per la catastrofe che ci ha travolto, per quei
poveracci che ci hanno lasciato le penne e per tutti quelli che, perduta ogni sicurezza,
sono costretti a starsene disperati e impauriti fuori di casa, vi racconterei
di quanto la comunità dei beachtennisti sia preoccupata dal misterioso fenomeno
della liquefazione delle sabbie. Tanto che qualche bella testa ha ventilato
l’ipotesi di giocare indossando, al posto delle solite scarpette da sabbia, un
paio di pinne, cosa che avrebbe ulteriormente aggravato sia il già precario
equilibrio che la compromessa mobilità di svariati giocatori che conosco.
E vi racconterei anche di quanto la comunità dei
beachtennisti sia rimasta interdetta dalle dichiarazioni dei geologi che tutto d’un
tratto hanno rovesciato la radicata convinzione che qui da noi in pianura i
terremoti non avrebbero mai potuto fare i danni che fanno dalle altre parti, perché
noi siamo appoggiati su un letto di sabbia che attutisce le onde sismiche.
Improvvisamente ci rivelano che – anzi -, la sabbia le amplifica, le onde
sismiche… Allora, se il fondo roccioso trasmette le onde sismiche e quello
sabbioso le amplifica, dov’è che possiamo stare tranquilli? Dopo lunghe
riflessioni, credo di avere la risposta: sulla lettiera dei gatti. Ecco, se
abitate in una casa appoggiata su un sottosuolo simile alla lettiera dei gatti,
non correte nessun pericolo: le onde sismiche arrivano, fanno la palla e via,
il pericolo è scongiurato.
Ragion per cui il prossimo torneo di beach tennis al Bagno
Spina, verosimilmente, si terrà sul ghiaino: il primo torneo Sanicat. Preparatevi.
Poi vi racconterei del dolore e della preoccupazione di noi
beachtennisti per i crolli dei capannoni industriali, e di quanto sia stato
crudele e ingiusto il terremoto a colpire le fabbriche e chi ci lavorava
dentro. Se in queste terribili manifestazioni della natura ci fosse una minima
forma di giustizia, il terremoto – nottetempo e senza far male a nessuno - avrebbe
raso al suolo l’unica cosa meritevole di distruzione: gli spogliatoi dello
Stop and Go. E qui mi fermo perché non vorrei fare la figura di quel ciordo che
tempo fa, durante un’eruzione, strillava “Forza Etna!”, e anzichè essere
spalmato di pece e ricoperto di piume dalla popolazione inferocita poi, proprio
da quelle parti, in Sicilia, è stato eletto sindaco. Questa è l’Italia: ciordi
ovunque, e a tutto tondo.
Poi vi racconterei della mia personale vicenda lavorativa
che mi ha portato a dovermi prender cura, da qualche tempo a questa parte, di
un importante monumento cittadino. Bene, da allora è capitato di tutto: orribili
lacerazioni al sistema fognario, rotture ai circuiti dell’impianto di
riscaldamento, esodi e controesodi biblici di uffici, e adesso il terremoto che
ha fatto, tra l’altro, crollare alcune strutture che resistevano da svariate
centinaia di anni. Decisamente non devo sorprendermi se alcuni colleghi di
lavoro mentre passo si ravanano in posti che non sto a dire perché sono una
persona educata… Dovrò farmi benedire, o esorcizzare, ora vedo di capire cosa
sia meglio. E ciononostante questo incarico mi è stato confermato almeno fino
al 31 dicembre prossimo. Niente male, dieci giorni dopo la fine del modo
annunciata dai Maya: una bella dimostrazione di fiducia!
E vi racconterei anche di quanto sia rasserenante la
normalità, preziosa l’abitudine, e importante la noia.
Ma siccome non è il tempo di raccontare stronzate, e forse
ne ho accennate già troppe, mi fermo qua.
E state sereni più che potete, mi raccomando.
E state sereni più che potete, mi raccomando.