Non c’è stato niente fa fare, ce li hanno rispediti indietro.
Come raccontavamo qualche post fa, per motivi congiunturali (e per raggiungere obiettivi più ambiziosi, con l’ingaggio di giocatori di fama), il Team si è scisso, creando una bad company in cui sono stati fatti confluire alcuni rami secchi che sono stati rapidamente ceduti ai bagni vicini.
Ma già la sera dopo il Presidente se li è ritrovati, tremanti e avviliti, avvolti nei loro asciugamani da spiaggia, nel sottoscala di casa sua. E in quel momento ha intuito che il problema era più complesso di quanto previsto.
La mattina seguente, dopo la consueta lettura degli annunci economici sulla stampa locale, si è consultato con i suoi più stretti collaboratori. Dalle fertili menti è scaturito un primo, sofisticato piano: lo scambio.
In pratica il ramo secco che era stato ceduto al bagno Corallo è stato reindirizzato al bagno Bussola, e viceversa.
Lo stratagemma ha funzionato per un solo pomeriggio; prima di cena il Presidente se li è ritrovati nuovamente che bivaccavano nel sottoscala.
Dopo alcune frenetiche telefonate, è stato partorito un secondo geniale piano: abbiamo tolto barba, baffi e occhiali al primo, li abbiamo applicati all’altro e li abbiamo rispediti via entrambi, sperando che il camuffamento sortisse un qualche effetto.
Come dei boomerang sono ritornati alla base dopo mezz’ora.
Ormai alla disperazione, li abbiamo presi, avvolti in fasce come dei neonati, messi in una cesta di vimini e spinti di nascosto sul bagnasciuga davanti al bagno Las Vegas, come Mosè sul Nilo. Il risultato è stato che sotto al cordiale cartello che ricordava che “L’utilizzo dei campi è riservato ai clienti del bagno Las Vegas”, il gestore del bagno ha aggiunto le foto delle loro facce, barrate con una croce.
Chissà cosa avrà mai voluto dire…
Seguendo poi il rumore di alcuni gemiti soffocati, a stento siamo riusciti a recuperarli, il primo dal cestone della raccolta differenziata della plastica, il secondo da quello dell’umido riciclabile.
Ma ormai non sapevamo più che fare.
Come ultimo tentativo, il Presidente li ha portati la mattina presto a Porto Garibaldi, li ha fatti sdraiare ciascuno dentro ad una cassetta di polistirolo, li ha coperti con quattro spalettate di ghiaccio tritato e li ha messi sul nastro trasportatore del mercato ittico locale dicendo loro: “Mi raccomando, occhietto vispo e muovetevi un po’, così sembrate vivi!”
Cosa peraltro che tanti di noi gli avevano già raccomandato quando stavano piantati, imperterriti, sui campi da beach tennis.
E se lo avessero fatto, forse non sarebbero finiti così.
Ma anche lì, niente. Hanno girato per ore sul nastro trasportatore, senza che nessuno facesse un’offerta. Il Presidente ha sperato fino all’ultimo nell’incaricato di una friggitoria cinese di Ponte Maodino, a cui aveva magnificato quanto i turisti del litorale comacchiese amassero il sushi di merluzzo, ma non c’è stato niente da fare, alla fine ha preferito comprare una cassetta di meduse.
Invenduti.
Eh, purtroppo quando il mercato è fermo e le iniziative brillanti vengono boicottate, non c’è spazio altro che per ansie e preoccupazioni!
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