Natale anomalo.
Con la mia signora colpita da cagonite influenzale acuta
(dove non han potuto i Maya, ha potuto Montezuma: sempre di civiltà
precolombiane si tratta).
Dopo che ieri mattina, mentre uscivo dal bagno percependo un
gemito, l’ho trovata distesa sul divano che pareva esalasse l’ultimo respiro,
esangue come la signora delle camelie.
Che poi, dopo l’ultimo respiro, ha esalato ben altro che non
vi sto a dire.
Con la conseguente rinuncia forzata a tutte le prelibatezze natalizie,
per solidarietà coniugale.
Costretto a cucinare minestrine, brodini, riso in bianco,
patate lesse e the leggero per lei, e mille nefandezze riesumate dal congelatore
per me.
Senza il calendario dei dannati del beach tennis causa
profezia dei Maya (cosa perdo tempo a fare un calendario se poi finisce il
mondo?)
Con in compenso l’agenda Monti, lì già bella pronta appena
sfornata, permeata da quel leggero, antico fetore paleodemocristiano.
Mentre trasmettono in tv, proprio la sera di Natale, “Bambi”: il
film d’animazione più terribile e crudele mai ideato dalla mente umana.
Che dopo che a Bambi i cacciatori gli han fatto fuori la
mamma, minimo minimo ti dovevi aspettare i doverosi sequel, tipo “Bambi 2 – la vendetta”
e “Bambi contro Bamba”, fino al liberatorio “Bambi e Bombolo con la supplente nella
classe dei ripetenti”.
Comunque, cari amici miei, nonostante tutto anche quest’anno
siamo arrivati a mangiare il panettone… Mica poco, di questi tempi!
E se teniamo duro e pensiamo ad altro, l’estate rischia di
arrivarci addosso che neanche ce ne accorgiamo.
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