mercoledì 30 novembre 2011

archiviamo novembre

Archiviamo novembre, per me il peggiore dei mesi.
La cui insita tristezza quest’anno è stata addirittura oscurata da una serie di eventi inquietanti: maltempo, danni, governi che vanno e vengono, crisi economica e lugubri prospettive per tutti noi. Un governo di tecnici farà le cose che i politici hanno ritenuto opportuno evitare di fare, avendo lo stesso appeal della peste bubbonica. Essendo tecnici, mi auguro che i componenti del nuovo governo abbiano ben chiara la differenza tra il bastone e la carota, e idee precise sulle pratiche lecite nell’utilizzo delle due cose.
Per noi continuare a lavorare sarà un privilegio, ma ci toccherà farlo fino a 65 anni o più (età peraltro alla quale più o meno inizieranno a lavorare i nostri figli). In pensione ci andremo sdraiati a pancia in su, un giglio tra le mani giunte sul petto e il prete che ci sventolerà attorno un incensiere. L’euro tra poco avrà un valore equivalente al lek albanese, tanto varrà farci dei coriandoli e con quelli tentare di pagare l’ICI. 
Io di mio sono riuscito a complicarmi la vita perdendo chissà dove gli occhiali da vista, li ho rifatti al costo di mezza finanziaria di sangue sudore e lacrime con lenti progressivo-bioniche, potenziate di quel minimo indispensabile per farmi vedere le cose doppie. Dovrò abituarmi piano piano, ma anche questo è stato un evento disgraziato che purtroppo rovina una delle poche cosa piacevoli rimaste: adesso giocando a beach tennis anche la pallina la vedo doppia, e sistematicamente tendo a colpire goffamente quella sbagliata.

...

L’attività beachtennistica autunnale è ripresa, e tutti i mercoledì pomeriggio siamo in una nota struttura cittadina dedicata al beach tennis di cui - per la privacy - dirò in cognome (and Go) ma non il nome, a pestare le sabbie del campo 1 – riservato al CRAL per diritto feudale -, celebre per le rinomate esalazioni solforose che lo appestano costringendo i giocatori a prolungate apnee (e chi lo frequenta saprà benissimo di cosa parlo).
Nessuno mai è riuscito a capire da dove provengano i gas venefici.
Dal bagno no. Una volta ho sbirciato dentro e me la sono svignata subito: là dentro c’era qualcosa che si contorceva gemendo, c’era una puzza terrificante (ora io capisco che uno ami cibarsi di cadaveri, ma putrefatti, no!), ma l’odore non era quello.
Allora forse dalle vasche biologiche? Da un condotto di urea danneggiato? Da una necropoli etrusca sottostante?
Ho fatto alcune ricerche. Con la mia racchetta Turquoise, rivelatasi ottima allo scopo, ho cominciato pian piano a scavare nella sabbia. Poco alla volta, con mia somma meraviglia, guardate un po’ cosa ho trovato:

Ecco svelato il mistero delle micidiali flatulenze! Bastava applicarsi un pochino e tutto si sarebbe risolto molto prima.
Stavo per andare alla reception per rivelare la mia scoperta, poi ho cominciato a pensare…
Metti che arrivi qui la Soprintendenza, transenna tutto, fa i saggi, chiama l’archeologo, il paleontologo e ora che chiede il finanziamento al Ministero e realizza gli scavi, addio stagione beachtennistica.
Quatto quatto sono ritornato sui miei passi, ho risotterrato tutto (oh, la mia Turquoise sembra fatta proprio apposta per questo!) e ho coperto per benino.
Poi sono andato a recuperare una maschera antigas e ho ricominciato a giocare.
Senza lamentarmi più.

p.s.- Noto or ora che questo è il diciassettesimo post dell'anno... Perbacco, porterà ulteriore sfiga! Quindi cercherò di rimediare nei prossimi giorni, pubblicando la seconda parte del resoconto del torneo dell'Amicizia 2011, con allegate nuove ed imperdibili foto.
Quindi occhio, amici miei, e mi raccomando: state in campana!