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martedì 21 febbraio 2012

palindromi

21.02.2012
Ennesima data palindroma.

Meno zoppa della precedente (l’11.11.11) e della prossima (il 12.12.12), quella di oggi è veramente una data palindroma, ed è stata come al solito caricata di grandi aspettative e di altrettanto poderose scemenze. Quasi che il presentarsi di una qualsiasi curiosa combinazione numerica del calendario riesca ad evocare nell’immaginario collettivo eventi che vanno dalla fine del mondo alla speranza di una rinascita, di un cambiamento radicale, dell’inizio di una nuova era.

Io, per verificare, oggi pomeriggio di nascosto da mia moglie che era fuori di casa, ho preso furtivamente pallina e racchettone nuovo e ho tirato alcuni colpi contro il muro del soggiorno. Direi che non è cambiato niente, a parte l’aver sporcato la parete: gioco male uguale a prima. Ma verificherò meglio domani sera, nel consueto mercoledì beachtennistico del CRAL.

Poi però, preso dal giochino dei palindromi tipo “ossesso”, “ovattavo” o “illesi piselli”, e incuriosito dal fatto che proprio oggi il nostro ex Premier avesse presentato il nuovo inno del suo partito, con i potenti mezzi informatici di cui dispongo ho scaricato il brano dalla rete e, memore di certi pezzi rock che ascoltati al contrario sembra nascondano chissà quali oscuri messaggi subliminali, ho ripetuto l'esperimento… Vuoi vedere che non sia palindromo anche quello! 
Non vi dico la mia sorpresa quando mi sono accorto che il nuovo inno del PDL - scritto dal suo Presidente e ascoltato all’incontrario, altro non si è rivelato che una sua completa confessione sulla corruzione dell’avvocato Mills, nonchè sul fatto che sapesse perfettamente che Ruby non era la nipote di Mubarak, bensì una non ho capito bene come l'avesse definita perché l’audio era un tantino rovinato.

Sull’onda dell’entusiasmo allora ho recuperato subito dopo un video girato l'estate scorsa sulla spiaggia di Spina, nel quale alcuni membri del Team (il Presidente, l’Amministratore Delegato, il Tesoriere e il Consulente Legale) giocavano a racchettoni: bene, il filmato visto all’incontrario era identico alla danza che i pellerossa Cherokee del Missouri eseguivano per invocare la pioggia.
Ho subito interrotto  la riproduzione del filmato, per non provocare mutamenti climatici irreversibili.
Ma la cosa più inquietante era che quei quattro, visti al contrario, giocavano pure meglio del normale!

venerdì 30 settembre 2011

torneo dell'amicizia 2011 - il resoconto

Fine dell’estate.
Ormai nella casa di Spina i ragni stanno placidamente riprendendo possesso degli angoli del soffitto. Sono i discendenti di quegli stessi ragni che ho aspirapolverato via ad inizio stagione, ma sembra che per questo non mi serbino alcun rancore. I ragni di Spina sono pacifici e fatalisti, conoscono le regole del gioco e le accettano serenamente. Anche se ultimamente ho fatto un sogno. Venivo morso nel sonno da un ragno calatosi sul mio letto, e per effetto del morso mi trasformavo, da individuo timido ed impacciato che sono, in
Spider-Lore, supereroe che sparacchia dai polsi ragnatele a forma di reti da beach tennis dentro le quali si intrappolano le palline dei suoi stessi smash… Un incubo che non vi dico.
Ma bando alle chiacchiere, adesso che è passato abbastanza tempo e sta scattando l’effetto nostalgia, cominciamo a pubblicare il tanto atteso resoconto del Torneo dell’Amicizia 2011, che si è srotolato, come di un film la pellicola, sui campi del Bagno Spina il 13 agosto scorso.

 
Ore 7.45 del gran giorno. Presso la residenza dell’amministratore delegato del Team, sotto una stretta vigilanza armata (c’era mia moglie con la racchetta in mano), inizia il trasferimento dei trofei verso il Bagno Spina.
Sono trofei antichissimi, riciclati per l’occasione. Ora non vorremo creare allarmismi, false aspettative o illusioni, ma non possiamo neppure nascondervi quello che ci è stato rivelato dall’anziano amministratore delegato. E cioè che una delle coppe messe in palio al Torneo (e purtroppo non ricorda quale), l’aveva vinta tantissimo tempo fa giocando in singolo a tennis sui campi della Palestina contro un tale Giuseppe di Arimatea, che poi gli aveva raccontato una stranissima storia …
In sostanza, abbiamo il fondato sospetto una delle coppe messe in palio al Torneo dell’Amicizia 2011 altro non sia - nientepopodimeno - che il Sacro Graal!
E che qualcuno dei premiati, probabilmente, se lo sia portato a casa. Laddove hanno fallito Lancillotto, tutti i cavalieri della tavola rotonda, i crociati e chissà quanti altri, è forse riuscito uno di voi, grazie magari ad un quindici buttato via dagli avversari con una misera palla spizzata in rete o un inverecondo pallonetto fuori misura... L’unico modo per determinare se la coppa che avete appoggiato sulla mensola in soggiorno sia o non sia il Sacro Graal, è di andare alla Fonte dell’Eterna Giovinezza, sconfiggere in duello il Cavaliere Templare che la difende, riempire la coppa con l’acqua, bere e:
1) se invecchiate e vi decomponete immediatamente, purtroppo la vostra coppa non è il Graal;
2) se non succede niente, beh allora andate al bar del Bagno Spina e fatevi due spritz per consolarvi: non ringiovanirete ma almeno vi tirate un po’ su, (purchè non esageriate con le patatine…);
3) se invece udite una musica celestiale e venite irradiati da un raggio di luce ultraterrena, quello da cui avete bevuto è sicuramente il Graal, che vi donerà la vita eterna.
In quest’ultimo caso non siate egoisti: riportate per favore la reliquia al Bagno Spina dove ci sono diverse altre persone che ne hanno bisogno, se non per la vita eterna, almeno per spianare quelle fastidiose rughe d’espressione che si ritrovano sul viso.

 il banchetto dell'organizzazione allestito. 
Ma quale mai delle coppe sarà il Sacro Graal? 
Di sicuro siamo riusciti solo ad identificare la Mitropa Cup vinta dal Bologna nell’annata 1961-62

 la pigotta Agostino, realizzata dalla mia signora e messa all’asta a favore dell’UNICEF. Per diverse settimane il pupazzo – work in progress - è rimasto appoggiato sul tavolino di fronte al divano di casa mia, con alcuni ferri da maglia conficcati nel busto… 
Giusto nel periodo in cui a me è venuto il colpo della strega!

arrivano alla spicciolata i partecipanti. Questo è il pigotto Luca, transfuga del Bagno Granchio, che è stato venduto a peso: con il ricavato hanno ricevuto conforto tutti i bambini dell’Africa sudorientale e di Haiti, e qualcosa è anche avanzato…

… e questo è il pigotto Rocco, che però è stato venduto a centimetri, e non state a chiedermi niente di più…

quando si dice che ti rubano la scena… I due onesti beachtennisti, uno dei quali è un vecchio amico proveniente addirittura dal remoto e derelitto Lido degli Scacchi, pensavano di essere i protagonisti dello scatto. Ma, come dicevano i latini, “ubi maior, minor cessat” e sul chi siano i “minor” qui, secondo me, ci sono pochissimi dubbi…

in questo emblematico scatto, il passato ed il futuro del Team.
In secondo piano il Presidente dimissionario (almeno così si vocifera, ma non tutti ci credono), ed il primo piano il Presidente in pectore: Abdel Abdul Karim Ben Khalifa El Zurmalek, che con il suo nuovo motto “Tutto per un euro” conta di risanare la difficile situazione finanziaria del Team, creatasi per la sciagurata gestione precedente

 arriva anche il Consulente Legale del Team. Negli ultimi tempi ha assistito il Tesoriere, che vedete sullo sfondo, responsabile del pauroso dissesto finanziario del Team. Come ben saprete il Tesoriere era il depositario del patrimonio, che ammontava ad un euro. Una mattina, entrando distrattamente al bar del Moro, con quell’euro si è bevuto un caffè. Resosi conto del misfatto, è subito fuggito in uno di quei paradisi fiscali dei Caraibi, condividendo la latitanza con altri celebri bancarottieri…

…ma naturalmente è ritornato a Spina, cedendo alle pressanti richieste del Presidente che lo ha convinto promettendo di triplicargli lo stipendio. E consigliato naturalmente anche dal Consulente Legale il quale però ha omesso di fargli notare che, comunque, il triplo di zero è pur sempre zero.

- 1. continua - 

sabato 30 aprile 2011

impegni istituzionali

Volevo continuare con il racconto degli eventi di questi primi fine settimana al mare, ma l’attualità incalza. 
Ci sono eventi, nella storia dell’umanità, a cui è indispensabile partecipare. E il nostro Team, ambasciatore del beach tennis nel mondo, di sicuro non può tirarsi indietro. 
Oggi a Londra si è celebrato il matrimonio dell’anno, tra il principe William e Kate Middleton: potevamo forse mancare? 
Dopo una frenetica consultazione con il Tesoriere, che ci ha illustrato con il consueto tecnicismo professionale la complessa situazione patrimoniale del team (1 euro in cassa, sempre quello), abbiamo freneticamente discusso sul da farsi. Dalle accurate ricerche svolte e dal formidabile brainstorming che si è scatenato, sono emerse le geniali soluzioni per affrontare il delicato impegno. Innanzitutto il regalo di nozze. Si è optato per il riciclo di una pentola a pressione Lagostina da 5 litri, ancora imballata dai tempi del mio matrimonio, oltre ad un vasetto di alici marinate gentilmente offerto dal “miglior imprenditore balneare degli ultimi 150 anni”. Per raggiungere Londra abbiamo trovato un volo “low cost” in deltaplano che per un euro, partendo dall’aviosuperfice di valle Gaffaro ci avrebbe scaraventato nella Manica in prossimità delle bianche scogliere di Dover. Poi, da lì a Londra cosa ci sarebbe mai voluto? E difatti siamo arrivati, elegantemente bardati da cerimonia, anche se inizialmente siamo stati scambiati per i rappresentanti di una qualche sperduta colonia del Commonwealth: sti barbari di inglesi non sanno proprio cosa sia l’eleganza!

cliccate sulla foto per ingrandirla ed apprezzare così la raffinata eleganza dei membri del Team

Comunque, il Presidente si è subito precipitato a porgere i doni agli sposi, piacevolmente stupiti soprattutto dalla pentola a pressione, oggetto evidentemente gradito alla casata dei Windsor tanto che poi la regina Elisabetta lo ha subito indicato come modello per i suoi prossimi cappellini.

i due giovani sposi hanno talmente apprezzato il regalo 
del Team che non hanno voluto separarsene 
nemmeno nei momenti cruciali della cerimonia

E a sorpresa ha consegnato a Kate una lattina dei famosi fagioli borlotti di cui è testimonial, sussurrandole però all’orecchio di non abusarne, specialmente in vista della prima notte di nozze.   

i due sposini mostrano felici i doni del Team, impegnandosi
 tacitamente a consumarli, per un motivo o per l'altro,  
solo dopo il viaggio di nozze

Finita la cerimonia a Canterbury, ci siamo spostati per il rinfresco, durante il quale il Presidente ha chiesto ad un pronipote dell’ammiraglio Nelson con che sistema si poteva risolvere la diatriba tra i gestori dei bagni dei lidi comacchiesi e la locale Capitaneria di Porto, e la risposta è stata netta: prima il gatto a nove code e poi tre giri di chiglia, e chi sopravvive ha ragione, mentre poco distante un discendente di sir Francis Drake e il suo pappagallo appollaiato sulla spalla annuivano soddisfatti. 
Ma in quel momento è successo l’imprevedibile: il Presidente, al suo ennesimo drink, ha inavvertitamente appoggiato il bicchiere sul cappellino giallo della regina, scambiandolo per un tavolino di servizio. Apriti cielo! Si sono sentiti suoni di corni da caccia, l’abbaiare di mute di cani e il frastuono del galoppo dei cavalli montati da cortigiani in livrea rossa… Si è scatenata una massiccia caccia alla volpe, e le volpi eravamo noi! Ci hanno inseguiti per ore nelle brughiere del Kent, ma sotto l’abile guida del nostro Presidente ora siamo semisommersi negli acquitrini di una torbiera, dove i cani – che guaiscono ininterrottamente - non possono raggiungerci.
Ma dobbiamo trovare una rapida via d’uscita.
Perché il primo maggio – perbacco!- dovremo essere in piazza San Pietro, per la beatificazione di Karol Wojtyla!

venerdì 22 aprile 2011

e nel weekend successivo

E nel weekend successivo ancora meglio, perché si sono rifatti vivi in tanti. Il tesoriere, il consulente legale, la sbadilatrice dispersa, vari componenti del Comitato dei saggi del Team e tanti altri, addirittura un transfuga desaparecido del bagno Granchio. E si è rifatto vivo anche il caldo, e il Bagno Spina ha riaperto in grande stile, e un sacco di altre cose, alcune sorprendenti. Ma andiamo con ordine.

La piscina sequestrata.
E’ stata la prima cosa balzata agli occhi degli avventori: la meravigliosa piscina, vanto e fiore all’occhiello del bagno, recintata da una squallida bandella di plastica bianco-rossa e messa sotto sequestro. 
Dalla Capitaneria di Porto.
Abusiva. 
Perché non rimovibile al termine della stagione balneare. 
D’altronde è tutto logico e comprensibile: chi, alla fine della stagione balneare, non ripiega la vasca della piscina, non ne imballa il pratico sistema di depurazione delle acque, non rimette le pompe nei pratici astucci, non rimuove le scalette in acciaio inox, non smonta la struttura di sostegno, i pannelli di recinzione, il pavimento in legno, le docce, i quadri elettrici, l’illuminazione e non infila il tutto nel baule della macchina e se lo riporta nello sgabuzzino di casa? 
Ora io non so se certe cose possano succedere solo a Comacchio, se chi rilascia le autorizzazioni abbia cognizione della realtà o dica semplicemente fischi per fiaschi e chi le richiede capisca esattamente il contrario, o se ci sia una tale confusione normativa per cui si fanno le cose nella convinzione che tutto quello che non è esplicitamente vietato sia consentito, al contrario di quanto succede nelle altre parti del pianeta Terra... 
Mah!
D’altra parte noi, che da tempo frequentavamo il bagno nei fine settimana assolati, già sapevamo dell’accaduto. Perché il giorno in cui tutto è successo, noi c’eravamo. 
Precisamente un sabato in cui io, dopo aver scaricato al bagno la mia signora e l’amministratore delegato del Team, ero dovuto andare a casa dove avevo un appuntamento col muratore che avrebbe dovuto sistemarmi il pilastro della loggia sul cortile, lesionato dal rigonfiamento dei ferri di armatura. Il tempo aspettare l’arrivo dell’umile artigiano, con il secchio degli attrezzi appoggiato sul sedile anteriore di una fiammante Porsche Cayenne – tanto per ribadire quanto sia più importante investire nello studio che non nel lavoro manuale -, il tempo di mostrargli il problema, il tempo di sentirmi dire che sì, il pilastro era lesionato ma non c’era nessun pericolo, il tempo di fargli notare che d’accordo, non c’era pericolo immediato, ma il pilastro reggeva comunque un paio di balconi che quando avrei fatto colazione-pranzo-cena nelle calde giornate estive sarebbero stati sopra la MIA testa e non sopra la SUA, il tempo di vederlo partire sgommando mentre diceva che avrebbe ripristinato al più presto il tutto in stile doricoionicocorinzio (specialmente coionico) – compresa la trabeazione che reggeva il balcone di sopra - che, tornando al bagno, ho notato parcheggiata nel piazzale una Fiat Punto della Guardia Costiera, che mi è subito parsa incongrua quanto un sommergibile del Corpo degli Alpini. 
E sbirciando, ho notato alcuni personaggi in divisa bianca e con in testa delle feluche come quelle dell’ammiraglio Nelson a Trafalgar che parlottavano col gestore. 

i due funzionari della Capitaneria di Porto
 mentre procedono al sequestro della piscina

E che alla fine della discussione sono saliti sulla loro Punto, hanno scrutato l’orizzonte con un cannocchiale, e dopo aver  fatto uscir fuori dai finestrini abbassati due pagaie si sono diretti remando verso la stradina di uscita dal bagno, mentre uno urlava “Vira a babordo!” e gli altri due intonavano la nota canzone pirata “Quindici uomini sulla cassa del morto”.
Poi si sono persi nella rotonda, e credo siano ancora lì che girano.
Poco dopo è spuntata la moglie del miglior imprenditore balneare degli ultimi 150 anni che, ordinanza di sequestro alla mano, ci ha raccontato tutto.

Ora io credo che se ci fosse un po’ di buonsenso, a Spina qualcuno dovrebbe immediatamente sequestrare due cose: le strade e i marciapiedi. Perché disastrati, terrificanti, estremamente pericolosi e osceni biglietti da visita per una cittadina balneare che abbia interesse a mostrarsi con un minimo di decoro non solo ai turisti locali (che chissenefrega, hanno la casa, sono obbligati a venirci, se gli va bene è così altrimenti si attacchino), ma anche a quelli che vengono da fuori e che dovrebbero affezionarsi. Altrochè le piscine!
Fatto sta che adesso la piscina è ridotta ad uno stagno infestato da miriadi di zanzare i cui piani di volo vengono coordinati – per evitare il caos – dalla base NATO di Poggio Renatico che ha tentato di dirottarle verso la Libia, ma loro col cazzo che ci vanno, tengono duro e aspettano per azzannare i turisti che tra qualche settimana si faranno vivi.

il nuovo stagno del litorale, che verrà inserito tra zone umide 
di interesse naturalistico del Parco del Delta del Po

Forse qualcosa si smuoverà, perché per la prima volta ho sentito dare giudizi sconsolati e negativi sui nuovi amministratori, che non sanno mai cosa succede, quando succedono le cose non ci sono e se ci fossero dormirebbero. E per i quali comunque la colpa è sempre di quelli che c’erano prima.

Speriamo che qualcuno trovi una soluzione decente prima dell’estate, e che il massacro non continui. Perchè non oso pensare a cosa succederebbe se qualcuno si azzardasse a sequestrare i campi da beach tennis.

Fine dell’invettiva, il resto dopo Pasqua.
E, a proposito, auguri a tutti.
p.s. - Domani tutti al mare.
Noi ci saremo: lo intuisco dai ronzii provenienti dal bagno, dove mia moglie sta perfezionando gli ultimi ritocchi con il nuovo particolarissimo depilatore:


mercoledì 13 aprile 2011

e domenica, pienone!

E domenica scorsa (non questa, quella prima, ormai sapete che non sono tanto tempestivo), pienone al bagno Spina.
Con alcune importanti defezioni: il consulente legale del Team, che mi pare di aver capito fosse impegnato a seguire il figliolo in gare di canottaggio, e il tesoriere, colpito da morbo crudele - credo - ad una gamba. Cosa che rischia di tenerlo fuori gioco per diverso tempo. Tant’è che il Presidente, suo storico compagno di coppia, con la squisita sensibilità umana che tutti gli riconosciamo, si è subito preoccupato:
a) di sbolognare il cartellino, prima che le quotazioni precipitassero, cercando di appioppare una bufala agli ignari acquirenti;
b) di trovarsi un nuovo socio per l’inizio della stagione beachtennistica.
Scelte indubbiamente dure.
Tante responsabilità minano le persone sia nel morale che nel fisico, e francamente un certo decadimento fisico del nostro leader è stato tacitamente notato da alcuni. Si mormora che per fronteggiare la crisi nelle vendite delle verdure conservate, settore nel quale il nostro Presidente gloriosamente opera, talune aziende lo abbiano utilizzato per pubblicizzare i loro prodotti.
E così, come tanti altri gloriosi testimonial - Giovanni Rana per i sui tortellini, Amadori per i suoi polli ecc.-, anche il Presidente ha pubblicizzato un prodotto le cui caratteristiche corrispondevano al suo attuale phisique du role: i fagioli borlotti.

il Presidente al servizio, mentre al posto della pallina lancia in aria un barattolo dei gustosi legumi

Questa sua provvisoriamente critica condizione fisica non gli ha comunque impedito di giocare serrate partire, al termine delle quali, radunato un capannello di fedelissimi, si è dedicato alla sua seconda attività da spiaggia preferita (e secondo noi quella in cui riesce meglio): il gossip con cazzeggio.
Io ero impegnato sui campi, sentivo sghignazzare e non capivo, ma vedevo mia moglie che pur fingendo di dormicchiare sul lettino, aveva sfoderato il suo orecchio bionico, per cui ero certo di avere poi un dettagliato resoconto della discussione. Che mi è stato puntualmente fornito.
Alla discussione partecipava un ottimo beachtennista – a cui nella mattinata ero riuscito a far perdere per 9 a 8 una partita che vincevamo 7 a 2 -, informatore farmaceutico di una nota azienda che produce ausili chimici utili per aumentare le prestazioni degli ometti in disarmo. Insomma, quelle pastigliette color puffo. Argomentando sul tema, il discorso è inevitabilmente scivolato sul nostro Presidente del Consiglio che si vocifera si sia fatto impiantare un complicato sistema idraulico nelle zone basse per reggere al meglio nell’espletamento delle sue attività più o meno istituzionali. E così, mentre gli prelevavano da là sotto quei bulbi piliferi che poi gli hanno piazzato sul cranio, maligni insinuano che gli avrebbero anche installato una pompetta che, comandata da un pulsante, attiva dei pistoncini che rigonfiano di liquido l’amichetto dei bassifondi, a vai di bunga.
E di come funzionasse, e di dove fosse collocato il pulsante per evitare imbarazzanti alzabandiera accidentali, e di dove avessero messo la pila (rigorosamente Duracell!), e se d’inverno dovesse sostituire il liquido con il Paraflu per proteggerlo dai danni del gelo, e di come lo sgonfiasse a fine manovre, e della presenza di una valvola di sicurezza che sfiatasse per evitare le sovrappressioni, vi lascio immaginare come si è potuta evolvere la discussione, che si è naturalmente estesa anche all’attrezzo principale, che si insinua gli sia stato reinnestato grazie ad un donatore che pare sia un noto campione sportivo degli anni ’90, come diavolo si chiama – ah, si! -, Varenne.

 il presunto donatore, in un momento di relax

Che meraviglia, il primo Presidente del Consiglio a tre gambe, e quella di mezzo senza bisogno di rialzo nel tacco della scarpa!
Pensate un po’ come una notizia sicuramente falsa e tendenziosa riesca a scatenare la fantasia e la cattiveria delle persone, anche in un ambiente rilassato come quello di una spiaggia…
Fortuna che l’amore trionfa sempre sull’invidia e sull’odio!
Tra l’altro mi sono accorto per caso che per un certo periodo di tempo ho utilizzato un dentifricio prodotto dalla suddetta multinazionale farmaceutica. Solo adesso capisco perché, dopo essermi lavato i denti, avevo l’impressione di avere una racchetta da ping-pong al posto della lingua…


tutto velo! Dopo esselmi lavato i denti con quel dentiflicio, liusivo a pallale ploplio così!

Comunque sia, il bilancio complessivo è stato questo: una grande giornata, un grande weekend, il regalo inaspettato di una stagione bizzarra. Con qualche problemino collaterale, dovuto alla mia disabitudine ai rituali balneari. Per proteggermi la pelle color verde pisello (o verde cimice schiacciata, come qualcuno mi ha suggerito), mi sono abbondantemente cosparso di crema solare. Quasi dappertutto. Perché come al solito mi sono dimenticato alcuni dettagli importanti: le orecchie.
E la mattina successiva, dopo una notte d’inferno durante la quale ho cercato di addormentarmi o prono o supino – nell’impossibilità di poterlo fare su di un fianco - mi sono ritrovato le due solite dolenti braciole tumefatte appese ai lati della testa.

p.s. - Durante la settimana, quando ho pubblicato il penultimo post, la mia signora su Facebook (perché ormai – maledizione! – i pochi commenti che ci sono vengono fatti tutti lì, e non dove si dovrebbe, e cioè qui) mi ha informato di essere non un licantropo, come io avevo paventato, bensì una “splendida scimmia”.
Lo sospettavo (o perlomeno sapevo della “scimmia”, riguardo alla “splendida” ha fatto bene ad evidenziarlo perché non me n’ero proprio accorto). 
Perché rovistando nell’armadietto del bagno, a sua insaputa, ho trovato questo:

p.s.s. – Il nostro Premier ha affermato in questi giorni di aver dato tutti quei soldi a Ruby per evitare che si prostituisse. Eh, certo, e chi avrebbe poi avuto il coraggio di dirlo a suo zio…
Viste però le sue particolari e disinteressate attenzioni e la grande generosità nei confronti delle nipoti di anziani dittatori nordafricani, nel caso avesse altri soldi da buttar via, mi permetto di segnalarne un’altra (darò poi gli estremi per il bonifico):

perbacco, la nipote di Tutankhamon! 

martedì 20 luglio 2010

also sprach Zurmathustra

Un buon fine settimana, guastato appena dal vento di domenica.
E dagli esiti di una sanguinosa battaglia condotta a racchettate dal sottoscritto in coppia con il più rinomato hair stylist della città contro, nientepopodimenochè, il Tesoriere del Team e – udite udite – il Presidente.

 i due sfidanti in una foto di qualche anno fa, 
quando erano ancora in forma

Quel pomeriggio in cui tutto è cominciato c’era ancora un caldo torrido. Ma è bastato l’incrocio dei nostri quattro sguardi e il virtuale guanto di sfida è stato lanciato.
Il mio compagno, avvicinandosi al campo da beach tennis, si è cinto la fronte con una fascia della Turquoise che di sicuro non gli ha migliorato la lucidità, impedendo l’afflusso del sangue al cervello.

 il mio compagno in una foto di qualche anno fa, quando
 era decisamente inguardabile; adesso un pò è migliorato

Io personalmente, stravolto da ore di gioco (avevo da poco finito il mio turno di volontariato a servizio dell’ONLUS, cosa di cui riparleremo tra breve), mi ero svitato le gambe – che sentivo leggermente appesantite - e le avevo appoggiate sul lettino, avvolte in un asciugamano imbevuto di formalina. 
Mi sono poi legato ai moncherini due basamenti da ombrellone e sono sceso in campo così (e scusate se ho usato l’espressione “sceso in campo”).
I nostri sfidanti li abbiamo visti tonici, ben motivati. Dopo alcuni colpi riusciti ridevano come bambini, accennando passi di danza. Io e il mio compagno allora ci siamo guardati, e abbiamo tacitamente assentito…
Era l’ora dell’happy hour (la fascia oraria in cui si applicano sconti), e mandarli via delusi ci sembrava poco carino: ci vuole così poco a fare felici le persone! E quindi abbiamo deciso di perdere, con l’eleganza, la leggerezza e il fair play che ci contraddistingue.

Ovviamente il giorno dopo abbiamo riproposto la sfida: ci è sembrato doveroso ristabilire lo stato delle cose, perché donare un momento di felicità alle persone è sicuramente una cosa buona, ma alimentare illusioni è pericoloso. Per cui abbiamo ristabilito le distanze, con il consueto gioco-spettacolo che è un po’ ormai il nostro marchio di fabbrica, fatto di potenza e di grazia, di forza e di intelligenza, di incontenibile bellezza e di umile modestia.

Domenica sera, prima di tornare a casa, passando per il bagno all’ora dell’aperitivo, abbiamo visto  il Presidente seduto ad un tavolino, lo sguardo perduto attraverso un calice vuoto. Anche la compagnia di quelli seduti accanto non riusciva a consolarlo, ma è bastato un mio accenno all’esito della nostra ultima sfida che si è rianimato, e ha cominciato a filosofeggiare.

 silenzio, l'Illuminato ci parla...

L’assunto iniziale dei suoi ragionamenti è stato che innanzitutto la loro non era stata una sconfitta, bensì una mancata vittoria.
Poi ha sviluppato un concetto piuttosto complesso, affermando che nella vita non esistono i problemi: esistono solo le soluzioni, che diventano problemi nel momento in cui non funzionano.  Estendendo poi il ragionamento in un ambito umanistico-antropologico, ha aggiunto che, a ben guardare, tutte le soluzioni sono dentro noi stessi. E che pertanto non potevano essere altro che soluzioni di merda (e scusate se ho usato l’espressione “merda”, ma è doveroso riportare esattamente i concetti espressi).
Corollario conclusivo che ha tracciato un’ardita parabola tra l’escatologico e lo scatologico.
Sono rimasto stupito. Quell’uomo non finisce mai di meravigliarmi.
E’ noto che, all’interno di comunità socialmente strutturate, chi è in grado di elaborare pensieri di tale profondità assume un’autorevolezza, un’aura magica che spaventa e che gli fa guadagnare il rispetto di tutti i membri.
Gli sciamani si affidano a sostanze che amplificano la percezione della realtà, come il fungo peyote, i druidi ricorrevano alle erbe magiche, gli stregoni dei nativi americani alla percussione ossessiva dei tamburi sacri….
Credo che il suo segreto sia in quel calice vuoto, lente attraverso cui filtra una visione del mondo che gli rivela verità superiori, che noi non saremo mai in grado di cogliere.
Me ne sono andato, meditabondo e un po’ preoccupato. 
Per me, nel vino bianco frizzante del Bagno Spina ci deve essere del metanolo.