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giovedì 18 febbraio 2010

nuove esperienze sensoriali

Mancano ormai pochi giorni al momento in cui si svolgerà il 1° “Canetti beach tennis indoor tournament”.  

Per dimostrare di essere all’avanguardia, sull’onda del film “Avatar” e delle nuove tecnologie visive proposte dal cinema hollywoodiano, consegneremo al pubblico presente degli appositi occhialini

per poter assistere all’evento attraverso la nuova, rivoluzionaria

visione in 2D!!!

In pratica, pur guardando le partite dal vivo, vi sembrerà di vederle su di uno schermo. Scompare lo spazio reale e si materializza uno spazio virtuale che propone impressioni corrispondenti alla realtà, e che dura almeno finchè non vi arriverà una pallata in un occhio. Con i prossimi tornei svilupperemo nuove sofisticate tecnologie, producendo occhialini che consentiranno di vedere le partite contemporaneamente in 2D ed in bianco e nero; subito dopo implementeremo innovative tecniche che velocizzeranno i movimenti ed elimineranno il sonoro, che sarà sostituito da alcune musichette suonate dal vivo al pianoforte.

Come nelle comiche.

Come poi, di fatto, sono i nostri tornei. 

***

Vi dovevamo una precisazione sul logo del torneo. La presenza del tubetto di silicone evoca avvenimenti che avremmo voluto dimenticare e che nascono dagli interventi manutentivi di dubbia efficacia che l’amministratore delegato del Team ha effettuato sulla sua vecchia racchetta, che si stava aprendo in due longitudinalmente come una cozza. Per contrastare questo fenomeno degenerativo, l’attrezzo è stato siringato di silicone come neanche Nina Moric ha mai osato fare.

la soubrette croata in una recente immagine

Risultato dell’operazione è stato che parte della superficie della racchetta ha assunto la consistenza di un materasso Permaflex, e che un qualunque impatto tra racchetta e pallina determinava su quest’ultima moti con traiettorie irrazionali, bizzarre e di innaturale casualità.

Questo consentiva all’abile mestatore di rigirare la frittata a suo vantaggio, dato che ogniqualvolta (spessissimo) gli capitasse di sbagliare un colpo, la colpa era imputata all’infido silicone e, ogniqualvolta (raramente) gli riuscisse un colpo spettacolare - grazie all’imprevedibilità del silicone - , poteva magnificare le sue innate doti di giocatore dal tocco ineguagliabile.

Una situazione insopportabile e senza uscita.

Fortunatamente ora utilizza una racchetta nuova, e può giustificare i suoi frequenti e ripetuti errori di gioco solo lamentando che “…la racchetta è più pesante, risponde troppo e comunque non ci ho ancora preso la mano…”

Questa giustificazione ha però il fiato corto: il tempo è galantuomo, e la dura verità prima o poi verrà a galla.

giovedì 4 febbraio 2010

il legittimo impedimento e l'oscuro potere del baobab

Possiamo ufficializzare due notizie.  

 La prima:

dopo un approfondito giro di consultazioni, trattative, verifiche incrociate e patteggiamenti, si è deciso che il 21 febbraio si svolgerà l’attesissimo Torneo “Zurmoise”.

Sfortunatamente però il nostro Presidente, approfittando dell’opportunità concessagli dall’approvazione di una recente legge parlamentare, e nell’intento di renderne palese l’utilità a tutela dei diritti dell’intera popolazione (e non di una sola persona, come sostengono alcuni pericolosi estremisti della sinistra disfattista), si è appellato al “legittimo impedimento” e, millantando improbabili impegni di lavoro, ha fatto sapere che purtroppo non potrà partecipare all’evento.

Questa inaspettata notizia ci ha ovviamente gettati nello sconforto, anzi direi in una disperazione talmente nera al punto che, sconvolti dal dolore, ne abbiamo subitaneamente approfittato – sobillati anche dall’infido amministratore delegato - per ribattezzare il torneo.

Sappiate quindi che il 21 febbraio alle ore 16 sui campi del Beach Planet, si svolgerà il

1° “Canetti beach tennis indoor tournament”


(qualcuno si chiederà del significato del tubetto di silicone nel logo del torneo; ve lo spiegheremo…)

 

La seconda:

 la mia testa è salva.

Mentre stavo rintanato nel mio ufficio, nell’attimo in cui i cacciatori daiachi hanno spalancato la porta e mi si sono avvicinati minacciosi, ho visto crescere lentamente nei loro occhi un’espressione di cupo terrore; subito dopo i selvaggi sono fuggiti precipitosamente per il corridoio, urlando e roteando i loro kampilang. Sulle prime sono rimasto stupefatto, ma poi ho capito:

quello che mi ha salvato è stato, senza ombra di dubbio, l’olio di baobab!