25.
Speravo di prendere 26, ma è andata buca, il responso finale degli esami è 25.
Alcuni diranno che è comunque un’ampia sufficienza, ma come paventavo nell’ultimo post, ci sono quei maledetti valori che ballano sul limite, come acrobati su un cavo teso sopra ad un precipizio.
Borderline è un termine che rivela il suo particolare fascino solo se viene associato ad una personalità tormentata, che si muove al limite della società, delle convenzioni, delle relazioni, a cavallo tra il disagio e il disadattamento, sulla soglia tra l’ambiguità e l‘oscura capacità seduttiva delle personalità complesse.
Se invece è associato ai valori delle analisi cliniche, è una merda.
E i miei valori borderline sono svariati: il colesterolo è un po’ alto, la glicemia è un po’ alta, e in più ci sono alcune altre cosette caratterizzate da varie lettere dell’alfabeto greco che sono lì lì.
Aggiungiamoci pure che anche la pressione è altina, e il quadro (nefasto) è completo.
Altro che beach tennis e altre fantasie visionarie di vita spensierata, ormai sono pronto per la rottamazione, e per di più senza la minima ombra di incentivi all’orizzonte.
La cosa singolare di questi valori bastardi è che non sono abbastanza bassi per poter far finta di niente e non sono abbastanza alti per giustificare una terapia.
Per cui devi cambiare tu: alimentazione, stile di vita, abitudini ecc. ecc., non puoi più fare questo e quello, tutto ciò che ti piace è proibito e tutto quello che ti fa schifo è consigliato.
Niente pastiglie, arrangiati e buona fortuna.
Il cardiologo che mi ha visto per la pressione ha sentenziato:
“Devi fare più movimento!”
e io: “Gioco a beach tennis un paio d’ore a settimana…”
“E’ deleterio, e per te non serve a niente!”
“Allora potrei andare a correre.”
“Correre fa malissimo alle articolazioni!”
“E quindi?”
“Quindi devi fare delle lunghe camminate, anche per 4 o 5 ore a settimana.”
E questo è stato il primo colpo.
Poi ha soggiunto: “Si, lunghe passeggiate, magari in compagnia di tua moglie, così ritrovate anche un tempo per voi stessi, per stare assieme, un momento per parlare, l’occasione per discutere e confrontarvi…”
E questa è stata la mazzata finale.
Sono uscito agitato, avevo tutti i sintomi della pressione alle stelle. Mi sono fermato da un gommista che me l’ha provata sommariamente ed ero come una Fiat Punto: 1,9 davanti e 2,2 dietro.
Peccato, a naso mi sembrava che sarebbe stato meglio il contrario.
Però il cardiologo non mi frega, se proprio devo fare del movimento andrò a correre, perché - posto che sia il correre che il camminare sono attività che mi fanno schifo -, almeno se corro ci impiego meno tempo.
Ma ci sono ulteriori problemi: correre d’inverno all’aperto è una prospettiva deprimente, farlo su di un tapis roulant dentro ad una palestra è un’altra cosa che mi fa stracagare, per cui devo trovare una soluzione. Penso proprio che monterò una ruota da criceti sulla parete della camera da letto, così ci trotterello dentro, magari riempiendomi prima le guance di semi di girasole come quegli stupidissimi animali.
Per la glicemia, il mio dottore ha ordinato perentorio:
“Niente dolci!” e mi ha consigliato di fare un ulteriore controllo mettendomi d’accordo con l’infermiera del centro medico per il prelievo, da fare il lunedì successivo. Naturalmente l’infermiera era la protagonista delle vignette dell’ultimo post, che quando mi ha visto mi ha minacciosamente preannunciato, con un sorrisino poco rassicurante - e sobillata anche dalla perfida segretaria del centro, nonché autorevole candidata all’assegnazione del Badile d’Oro 2010 – che mi avrebbe prelevato il sangue punzecchiandomi, anzichè la punta di un dito, quella del naso. Perché così – a suo dire - ci sarebbe stata una più precisa caratterizzazione del test.
Bene, naturalmente avevo giusto appena ordinato una tenerina da portare ad una cena del sabato sera, e come al solito ne avevo leggermente sovrastimato le dimensioni rispetto alle ragionevoli necessità conviviali, tanto che il pasticcere, con simpatica ironia, aveva disegnato con lo zucchero a velo al centro della torta una enorme H, come quella che c’è nelle piattaforme degli eliporti… E più in piccolo, scritto lungo il bordo, aveva evidenziato il potere calorico del dolce, espresso però non in kilocalorie come al solito, ma in gigawatt, come per le centrali atomiche di ultima generazione.
Morale: a fine cena abbiamo diviso la parte rimasta, ognuno dei commensali se ne è portata a casa una quantità esagerata e io stesso, non potendone programmare il consumo in tempi ragionevolmente brevi, ho contattato alcune organizzazioni non governative che contano di sfamarci per diversi mesi alcune tribù dell’Africa centrale, ammesso che non si stanchino prima.
Ma nonostante la cena, nonostante la tenerina, nonostante il prelievo dalla punta del naso (per me quelle due non me l’hanno raccontata giusta, ma come diavolo potevo controbattere… io faccio il geometra!), e posto 110 come valore limite, secondo voi quale è stato il fottuto esito dell’esame?
La risposta tra qualche giorno, quando continuerò a tediarvi su questi sfasamenti, ma dandovi anche qualche buona notizia, come quella ad esempio sul dosaggio dell’indicatore della prostata.
Oltre naturalmente all’ulteriore irrinunciabile dato sull’analisi delle urine che, avvertendo una tensione palpabile tra le vostre menti e i vostri cuori, vi comunico immediatamente:
“aspetto: limpido”.
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