giovedì 31 marzo 2011

sfasamenti - 2

112.
Per l’appunto, giusto per rompere i maroni.

Cosicché ci si deve tenere controllati, e nel frattempo guai a sgarrare.
Fortunatamente, almeno i valori relativi alla prostata sono a posto, così mi risparmio la misteriosa e tanto temuta visita urologica.
Io non l’ho ancora fatta, ma sono titubante, e ho sentito pareri controversi: c'è chi la discredita e c'è chi la magnifica, con un entusiasmo sospetto.
Ma sempre in maniera velata, allusiva, poco chiara e per certi versi inquietante.
Si narra di nonni che, estenuati da ore e ore di racconti per far addormentare i nipotini alla sera, alla fine ricorressero alla terribile minaccia: “E adesso o vi addormentate alla svelta, o vi racconto di quella volta che l’urologo mi ha fatto l’ispezione prostatica!”

nipotini terrorizzati dalle minacce del nonno: la figura dell'urologo li perseguiterà fino all'età adulta

E poi la singolare figura dell’urologo, medico specialista controverso dotato di un codice etico tutto suo, che secondo alcune voci malevole pare prediliga indagare la realtà da un altro punto di vista, applicando con proverbiale pragmatismo metodi empirici fin dalle origini ammantati dal mistero.
I pazienti che sono riusciti a superare la visita senza esserne distrutti moralmente, raccontano comunque che in quel preciso momento hanno percepito che la loro vita era ad una svolta.
Bah, non riesco proprio a capire: secondo me per me ci dev'essere qualcosa dietro

 la mano guantata dell'urologo che si appresta 
a visitare un normale paziente

 la mano guantata dell'urologo che si appresta 
a visitare un beachtennista

Fatto sta che mi ritrovo sfasato, sfasato e depresso.

Depresso per alcune sfide beachtennistiche andate buche negli ultimi fine settimana con la più autorevole candidata all’assegnazione del “Badile d’Oro 2010”, depresso per la sequenza di partite non indimenticabili inanellate nei mercoledì pomeriggio canonici con i dannati del CRAL.
E sfasato di quella frazione di secondo per cui, giocando, mi trovavo in ritardo su tutto: in ritardo sulla palla, in ritardo sullo scatto, in ritardo sul salto, in ritardo perfino ad insaponarmi sotto la doccia, tanto che l’acqua riusciva a togliermi il bagnoschiuma di dosso ancor prima che io me lo mettessi…
Per forza che poi mia moglie continua a lamentarsi del fatto che io rientro a casa sempre più tardi!
Di sicuro deve essermi successo quello che, a volte, succede anche in natura…

Avrete sentito che ogni tanto, per accidenti vari del pianeta - rallentamento della rotazione, variazione di moti gravitazionali, spostamento dell’asse terrestre causato da terremoti ecc. ecc. -, gli scienziati di tutto il mondo si accorgono che gli orologi atomici che scandiscono il tempo nei diversi continenti si trovano ad essere in ritardo - o in anticipo - rispetto all’armonia dell’universo.
Magari anche solo di un milionesimo di secondo, ma in quel momento – tac! – bisogna intervenire: occorre riallineare tutti gli orologi atomici esistenti, un colpetto e via, si risistema tutto.

Proprio la stessa cosa che dovrei fare io.

Anche se secondo me non la raccontano giusta, perché va bene che ci siano in circolazione fior di scienziati, ma che riescano a calcolare degli scarti così infinitesimali e che tutti si ritrovino d’accordo sul risultato finale mi pare una cosa veramente impossibile.
Secondo me adottano metodi più empirici, e questa convinzione nasce da una telefonata sospetta che ho ricevuto qualche tempo fa in ufficio…

Dovete sapere che un mio collega di lavoro (che chiamerò ***, per la privacy), da quando sono stati introdotti i marcatempo per la rilevazione delle presenze, riesce a timbrare infallibilmente l’entrata in ufficio alle 7:30 e l’uscita alle 13:30, con una precisione tanto sconcertante che si vocifera che, nel giorno in cui dovesse malauguratamente sgarrare, accadranno eventi terribili e catastrofici per l’umanità intera. Per cui molti colleghi si sono già premurati, in vista del 21 dicembre 2012, avvisandolo in modo molto esplicito: “Allora mi raccomando, ****: quel giorno lì o te lo prendi di ferie o vedi di essere preciso, eh!”

La telefonata mi è arrivata in ufficio, quasi al termine della giornata di lavoro.
Drin! Drin!
“Buongiorno, scusi, qui è l’Istituto Galileo Ferraris di Torino, sa per caso mica dirci se il signor *** è già uscito?”
“Sì, proprio in questo momento.”
“Ah, perfetto, grazie”.
Click.
E il giorno dopo ho letto sui giornali che erano stati sincronizzati tutti gli orologi atomici del mondo…

Potenza di ***!
Noi lo avevamo sempre sottovalutato, ma mentre lo guardavo allontanarsi sbiciclando nel cortile, ho capito che è lui che governa il mondo, ristabilisce l’armonia del cosmo e di noi tutti con esso.