venerdì 24 settembre 2010

il racconto dell’infortunato - versione 3


Sono stato rapito dagli alieni.

A notte tarda, mentre stavo cercando di aprire il lucchetto della bicicletta, all’improvviso ho visto un raggio verde infiltrarsi sotto la calotta dei pini ed espandersi nella mia direzione. In un battibaleno sono stato risucchiato verso l’alto, ho perso i sensi e al mio risveglio ero nudo, immobile, disteso su un piano metallico e diretto, avrei saputo dopo, verso un pianeta di un sistema solare sperduto tra Cassiopea e Andromeda.

Gli alieni mi hanno trattato bene. Hanno voluto sapere tutto di me e della vita sulla Terra, e quando ho cominciato a parlar loro del beach tennis si sono subito entusiasmati. Ho dovuto insegnargli in fretta e furia i primi rudimenti del gioco. Purtroppo però il loro pianeta non presentava le caratteristiche ottimali per la pratica del beach tennis: a parte le spiagge di sabbia viola e il mare di metano liquido, la particolare forza gravitazionale presente faceva pesare una pallina mid l’equivalente di circa 14 tonnellate, rendendo quantomeno problematici gli scambi.

Mi hanno allora prontamente trasportato su un altro pianeta, e lì le condizioni erano perfette: profonde spiagge di sabbia infuocata, mare puzzolente, prezzi spropositati. Proprio come a Spina. Anzi, ancora meglio perchè,  a causa di una curiosa deviazione spazio-temporale dovuta probabilmente all’inversione magnetica dei poli, riuscivo clamorosamente ad anticipare la pallina negli smash, maneggiando la racchetta come Jimi Hendrix riusciva a maneggiare la sua fida Stratocaster.

Hanno subito preteso che cominciassi ad organizzare dei tornei, cosa in cui mi sono buttato a capofitto nonostante qualche problema nella realizzazione delle magliette, che sono risultate un delirio di colli e maniche per via del fatto  che i miei rapitori erano polipoidi dotati di otto tentacoli. Cosa che però li rendeva abilissimi nel gioco: dovevate vedere come giocavano di dritto passandosi rapidamente la racchetta da un tentacolo all’altro!

gli alieni in azione.  Dato che utilizzano  i tentacoli sia come braccia
che come gambe, è stato ideato un innovativo capo multiuso:
 la pantamaglietta (pantaloncino se la infili da sotto, maglietta se la infili da sopra)

Dopo un periodo di tempo lunghissimo (presumo svariati anni, e senza che apparentemente invecchiassi di un giorno) e innumerevoli stagioni di tornei di beach tennis organizzati per tutta la galassia, i miei amici alieni mi hanno visto un po’ triste, e mi hanno chiesto se per caso non provassi un po’ di nostalgia. Gli risposi che si, effettivamente avevo voglia di rivedere casa...
“Ma ti manca tua moglie?”
“No, non è che mi manchi mia moglie, è che mi piacerebbe proprio rivedere la Terra…”
“Beh, se lei non ti manca allora puoi restare qui….” insistettero loro.
“Ok ragazzi, allora si, va bene, sento veramente tanto la mancanza di mia moglie, e del lavoro, e dei tornei under 12,14 e16!” – mentii, con una spudoratezza di cui ancora oggi mi sorprendo.

Insomma, mi caricarono sulla loro astronave e in un batter d’occhio eravamo sulla verticale di Spina.
Dopo tanto tempo ero di nuovo a casa. I miei amici polipoidi erano commossi, e non appena siamo atterrati si sono affacciati agli oblò, sventolando i fazzoletti con i loro tentacoli.
Ed è stato in quel momento che, scendendo la scaletta , mi sono girato di scatto per un ultimo saluto, sono incespicato nel gradino, ho mancato la ringhiera e ho sbattuto l’occhio sinistro contro il portellone del disco volante.

...

Sulla Terra erano passati appena tre millisecondi e nessuno si era accorto di niente, tranne del fatto che ero stramazzato al suolo e sanguinavo dall’occhio come un vitello scannato.

Comunque gli alieni non ci hanno abbandonato, sono ancora qui tra noi. Ci osservano. Uno di loro è Paul, il polpo che imbroccava i risultati delle partite di calcio degli ultimi Mondiali in Sudafrica.


Un altro l’ho individuato io, la scorsa settimana al ristorante “Il Martin Pescatore”: sdraiato su un piatto di antipasti di mare freddi, nascosto tra uno scampo e una mazzancolla, mi ha salutato strizzando l’occhiolino.

...


Tra un po' pubblicheremo il resoconto del Torneo dell'Amicizia 2010 del Bagno Spina: il "D-day", il giorno dei dannati.
Ed è stato proprio in quel funesto giorno che si è verificato il vero infortunio dell'estate...
  

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