martedì 28 dicembre 2010

habemus papam

Ecco, il file è pronto, ma se mi ricordo come si fa a metterlo in rete attraverso quel maledetto servizio di condivisione documenti che si chiama Scribd, che un fulmine mi incenerisca. Quindi procederò per tentativi, maledicendo chi aggiorna, modifica e stravolge le applicazioni sul web, pensando di favorire gli utenti ma risucchiandoli invece in un incubo di incertezze. 

Naturalmente nel calendario sono state inserite (e un tantino elaborate) le foto degli amici dello Zurma Team, del bagno Spina e del gruppo invernale che si ritrova tutte le settimane allo Stop and Go a rincorrere invano palline dalle improbabili traiettorie. Mi affido al senso dell'umorismo ed alla comprensione di chi vi è ritratto: spero che nessuno se ne abbia a male e comprenda lo spirito della pubblicazione, così come comprenderà lo spirito di questo blog. Nomino comunque fin da ora il mio legale di fiducia (esimio professionista, consulente del Team nonchè autorevole secondo candidato all'assegnazione del purtroppo abortito "Badile d'oro 2010"), che dovrà rappresentarmi, assistere e difendere in qualsiasi controversia, avvisandolo però - ai fini di eventuali risarcimenti a terzi o di sue inverosimili pretese di liquidazione di eventuali parcelle - che sono assolutamente al verde.
calendario 2011 de "i dannati del beach tennis"                                                          

Ecco, pare che funzioni, anche se straborda dalla colonna del blog e mi farà passare il resto della vita macerandomi nel tormento di cercare di capire come allinearlo.

E' già tardi, domani si parte per la montagna, e quindi lo lascerò lì. Ma l'importante è che possiate vederlo e, se volete, scaricarlo liberamente e stamparlo, per rallegrare anche durante il  prossimo anno le ostili pareti che ci rinchiudono.

E buon anno a tutti.

lunedì 27 dicembre 2010

un po' in ritardo...

Ammetto, sono in ritardo.

Doveva andare sotto l'albero di Natale, ma pazienza.

Ho avuto da fare, poi dovevo farmi venire delle idee, poi me ne sono venute troppe, poi mi sono affezionato a tutte quelle che mi sono venute e non riuscivo più a scartarle, poi la memoria mi ha tradito e non riuscivo più a fare certe cose che avevo pur fatto dodici mesi fa, poi mia moglie (strano...) si è incavolata perchè stavo sempre con la testa tra le nuvole, poi il mio psicoterapeuta mi ha chiesto se per caso non avessi mangiato qualcosa di scaduto, perchè certe muffe dei cibi possono provocare preoccupanti allucinazioni, poi voleva sedarmi perchè va bene tutto, ma c'è un limite e secondo lui certe - come ha correttamente definito in termini strettamente clinici - "stronzate" denotano un qualche problemino che lui saprebbe bene come risolvere...

Ma alla fine, siamo quasi pronti.

Ed ecco qua, per tutti gli amici del blog, la ghiotta anteprima del calendario 2011 de "I dannati del beach tennis", quest'anno dedicato - come vedrete - all'arte, per lo più contemporanea (e cos'altro è il beach tennis, giocato ai nostri livelli, se non un'arte contemporanea...)


Giusto il tempo di fare una prova di stampa e di capire come pubblicarlo in maniera decente, per agevolare chi volesse scaricarlo, e via.

A domani sera.


giovedì 23 dicembre 2010

la pallina cometa

Dopo il solstizio d'inverno, appena passato il giorno più buio degli ultimi quattrocento anni (durante il quale hanno accuratamente evitato di approvare la riforma dell'Università: sarebbe stato troppo facile farci su dell'ironia), il sole riprende a pedalare e finalmente i giorni ricominciano ad allungarsi.

Buon segno!

Messaggera di speranza e gioioso riferimento per i beachtennisti rabbuiati dal grigiore invernale, la pallina cometa ci guida verso est, verso la costa, sul mare, in un punto imprecisato della spiaggia tra il Bagno Granchio e il Bagno Las Vegas, dove ci accoglieranno tintinnanti le renne comacchiesi - dalle caratteristiche corna a forma di anguilla marinata - che, volando sopra le nostre teste nel cielo stellato, sganceranno di tutto tranne che doni (ma pazienza, di questi tempi dobbiamo saperci accontentare).

Comunque sia, coraggio!
E tanti auguri, anche di buon Natale.

 


lunedì 20 dicembre 2010

la ONLUS - 2

Appunto, i volontari.

Non si capisce ancora cosa possa spingere un normogiocatore di beach tennis ad assoggettarsi allo strazio delle partite ONLUS.
Esaltazione mistica? Volontà di espiare chissà quali colpe? Puro masochismo?

immagine simbolo della ONLUS 
“Fai giocare chi è meno fortunato di te”

Pochissimi sono i casi riportati in letteratura in cui un giocatore consapevole si trova nella condizione di dover obbligatoriamente affrontare una partita ONLUS.

Il caso più tipico di prestazione ONLUS obbligatoria è quello della partita con la moglie. 
Statisticamente, la stragrande maggioranza dei normogiocatori di beach tennis è equipaggiata di una moglie antropologicamente inadatta alla pratica di questo sport.
E’ uno psicodramma, purtroppo moralmente ineludibile, che ha profondamente segnato sterminate schiere di giocatori. Psichiatri e psicoterapeuti continuano a lucrare sulle conseguenze di queste esperienze nefaste: giocatori perseguitati da incubi notturni popolati di palline che schizzano nelle direzioni più bizzarre, da peregrinazioni nelle sabbie infuocate per recuperarle, da racchettate a vuoto che frantumano nocche e falangi, da continui rimbrotti che iniziano sul campo, continuano sotto l’ombrellone ed esplodono tra le mura domestiche… Un inferno.

Caso simile, appena più sopportabile perchè gli esserini responsabili di tanta pena sono pur sempre sangue del tuo sangue, è la partita ONLUS con i figlioletti. Uno strazio che tuttavia deve essere vissuto con apparente gioia, una tortura da subire con il sorriso sulle labbra, una pena nella pena. Chi ha avuto la fortuna di uscire indenne da una simile esperienza, afferma di aver compreso le radici profonde del mito greco di Crono, il dio che divorava i figli appena nati.

il dio Crono (Saturno per i Romani), divora un figlio 
che gli ha appena chiesto di fare due palleggi

Un altro caso, ma con implicazioni più sottili e perverse che attenuano e addirittura sovvertono le naturali pulsioni del giocatore di beach tennis, è la partita ONLUS con una giovane donna, inabile al gioco ma inconfutabilmente stragnocca. 

  ragazza che, imparando il beach tennis con l'aiuto 
disinteressato di un volontario ONLUS, potrà 
finalmente sperare di fare una qualche amicizia in spiaggia 

Qui l’animo del giocatore è dilaniato da un drammatico conflitto interiore. Da una parte l'istinto del maschio predatore, dall'altra l'etica del beachtennista, il sogno e l'incubo, il diavolo e l'angelo che combattono in una mente ottenebrata da cariche ormonali simili a quelle degli Ussari a cavallo.

giocatore che, con umiltà e pazienza, è in procinto 
di iniziare una stragnocca ai piaceri del beach tennis

Qualunque efferatezza la stragnocca faccia, lo stato di confusione ipnotica in cui versa il normogiocatore lo porta sempre a giustificarla: la stragnocca non sbaglia mai, la stragnocca ha sempre ragione.

Per esempio:

"No, no, hai fatto bene a colpire la pallina di rovescio, anche se tra la tua racchetta e la pallina c'era la mia testa..."

"Ma figurati, la mano non me l'hai mica  frantumata completamente, vedi, ho ancora tre falangi quasi intere..."
  
"Brava, bel colpo! Sssi, quello che è volato di là dalla rete è il mio orecchio... nooo, non ti preoccupare, tanto era quello con cui ci sentivo di meno, e poi me ne rimane un altro!"

"No, non è holpa hua, ma adehho la phallina non riehsco a shputalla, mahari stahera hon halma a hasa hrovo a infilahe un huhhiaio denthro l'esofaho..."

Nell'affrontare un’esperienza del genere, è importante mantenere il sangue freddo e ripetere continuamente il mantra fondamentale del giocatore ONLUS: "Questo non è beach tennis, è un'altra cosa.... questo non è beach tennis, è un'altra cosa....“ 
Anche se poi, mentre l’agonia beachtennistica si rivelerà crudamente reale, l'altra cosa rimarrà per sempre sull'etereo piano dei sogni irrealizzati, sommando frustrazione a frustrazione.

 giocatore dopo la prestazione di volontariato 
beachtennistico svolta a favore di una stragnocca 

La prossima volta parleremo dell'altro livello del volontariato ONLUS, quello più elevato, quasi evangelico, di chi sacrifica spontaneamente - senza obblighi o tornaconti - parte della propria vita a favore dei reietti del beach tennis.

- 2. continua -

p.s. - E' passato tanto tempo dall'ultimo post, ma per motivi tecnici. Noterete  che questo è stato pubblicato in digitale, non più in analogico:  tutta un'altra cosa.

martedì 30 novembre 2010

la ONLUS - 1


Novembre.
Passata Halloween, passato Ognissanti, passato Ognimmorti, novembre resta comunque uno dei mesi più angoscianti dell'anno. L'aria è talmente pregna di umidità che nella stanzetta dove c'è il computer con cui scrivo sono spuntati alcuni funghi. Per la precisione un Boletus Edulis sul tappetino del mouse, e un Amanita Phalloides sul sedile della mia seggiola. Di quest'ultimo mi ha preoccupato fin dal primo momento più l'aggettivo che il sostantivo, ragione per cui - capirete - sono rimasto alla larga per un po'.
E anche adesso, quando mi siedo, tendo a farlo con una certa, comprensibile circospezione.

Fin dall'ultimo post pubblicato, vi dovevo una spiegazione: la ONLUS.

Come sapete, il Team si dibatte da tempo in ristrettezze economiche che ne hanno impedito il suo potenziamento e rilancio in grande stile, con l’acquisizione di giocatori importanti e il taglio di segmenti improduttivi o dannosi.
E d’altra parte il Team, radicato com'è nella comunità umana del Bagno Spina, è consapevole del suo dovere morale di gestire l’impatto del beach tennis a livello sociale, contemperando le esigenze dei giocatori scarsi (la gran parte degli affiliati) con quelle dei giocatori incapaci (un'agguerrita minoranza). 
In sostanza le esigenze dei Bozambo con quelle degli Zambo.
Troppo spesso in spiaggia si assisteva a scene patetiche dove i giocatori scarsi, adducendo le scuse più inverosimili, si negavano a quelli incapaci, che si avvicinavano speranzosi ai campi - con lo sguardo del bastardone abbandonato-, per avere la possibilità di fare anche solo pochi palleggi...

No, decisamente non si poteva continuare così!
Nei beachtennisti più sensibili sono scattate particolari dinamiche di solidarietà umana, in virtù delle quali è maturata la convinzione che anche gli individui (beachtennisticamente parlando) meno fortunati, non potevano essere ignorati o abbandonati. Anche nel beach tennis, nessuno può essere lasciato solo.
Così è nata l’idea di fondare la ONLUS, che è stata denominata - significativamente -: “Fai giocare chi è meno fortunato di te”.

L'uovo di Colombo: da una parte si potevano risolvere i problemi economici del Team, permettendogli di accedere - come ONLUS -  a succulente quote del 5 per mille dell'IRPEF, dall'altra si mitigava il malcontento nei rapporti tra beachtennisti di diversa (seppur infima) levatura.
Ne abbiamo parlato con il Presidente che, convocato il Tesoriere, ci ha chiesto chiarimenti su cosa significasse la sigla ONLUS. Alla parola “organizzazione”, il Presidente ha cominciato a sorridere, sorriso che si è trasformato in sghignazzo quando abbiamo pronunciato i termini “non lucrativa”. Quando poi abbiamo concluso l’acronimo con le parole “di utilità sociale”, il Presidente ululava scomposto rotolandosi al suolo e sbattendo alternativamente i palmi delle mani per terra.
Poi però quando però ha sentito il Tesoriere che tintinnava come un registratore di cassa, mentre gli occhi gli roteavano nelle orbite visualizzando alternativamente al posto delle pupille i simboli del dollaro e dell'euro, si è fatto improvvisamente attento, e dalla sua bocca sono uscite solenni le seguenti parole:
"Ok, procedete!"
Quindi i due si sono abbracciati, dandosi grandi pacche sulle spalle e accennando pazzi di danza.
E mentre si allontanavano parlottando tra di loro, abbiamo percepito alcuni spezzoni di frasi, come "stimolare il benessere psicofisico degli affiliati”, " trasformare il bagno", " centro benessere", "privè", "massaggi", "riutilizzare  i pali di sostegno delle reti", "lap dance", "ucraine", "Lido delle Nazioni", "bunga" e altre cose che non abbiamo ben capito e di cui non siamo riusciti a collegare i reconditi significati.  Ma certo quei due ci hanno dato l'impressione di pensare veramente in grande!
Poi sono emerse alcune difficoltà. La prima di carattere economico, in quanto pare che con la recente legge di Stabilità il Governo abbia pesantemente ridotto le quote dei fondi del 5 per mille destinate alle ONLUS. 

  
Il ministro dell'economia, durante il consueto controllo urologico: 
anche stavolta la prostata è a posto! O forse è spuntato un fungo anche sulla sua poltrona, e si è seduto soprappensiero?

La seconda, prettamente di carattere pratico, è data dal fatto che - sfortunatamente - la componente essenziale di una ONLUS sono i volontari.
Dettaglio che si è rivelato non proprio insignificante...

- 1. continua - 

p.s. -  Mario Monicelli ha deciso di andarsene. Ok, sempre più soli...

lunedì 1 novembre 2010

(p)halloween

La notte di Halloween è appena passata. 
Il fatto che sia una festa di origine celtica già non mi dispone tanto benevolmente nei suoi confronti, però che ci sia della gente che per tutta la notte se ne va in giro travestita da mostro è una cosa che mi ha sempre fatto sorridere.
Poi mi fanno una grande tenerezza i bambini che suonano al campanello e urlano minacciosi al citofono: "Dolcetto o scherzetto?"


Mi piace pensare che possano essere quegli stessi piccoli mostri - che si manifestano finalmente nella loro reale forma demoniaca - che ci hanno perseguitato per tutti i maledetti fine settimana di quest'estate con il loro stramaledetti tornei di beach tennis under 12/14/16, per cui mi affaccio volentieri alla finestra e gli lancio giù (anche con una certa veemenza, devo dire) torroncini, caramelle e dolciumi vari. Naturalmente scaduti da almeno due anni. Così, tanto per far coincidere il dolcetto con lo scherzetto... Mi piace immaginare i pargoli che, al loro ritorno a casa dopo essersi impigozzati di schifezze, passano il resto della notte sdraiati sul pavimento del bagno abbracciati al water, invocando i druidi affinchè intervengano per lenire con le loro pozioni magiche i cataclismi intestinali e i paurosi meteorismi che li stanno sconquassando.

Quest'anno però, oltre ai tradizionali costumi da streghe, fantasmi, vampiri e licantropi, gli aficionados di questa festività hanno adottato un nuovo e pauroso travestimento, che allude ad una recentissima e singolare figura mostruosa scaturita dalle orrorifiche narrazioni estive raccolte tra gli ombrelloni del litorale di Spina.
E' un particolarissimo morto vivente, dallo sguardo vacuo e spento di chi ha visto nefandezze inenarrabili,  un essere privato della propria volontà che cammina seminudo nei suoi boxer di ordinanza, racchettone in mano, braccia e testa a penzoloni trascinando i piedi come fossero semisprofondati nella sabbia...
E' lo zombi del beach tennis: il non-morto reduce da una partita ONLUS!


in primo piano, un volontario della ONLUS 
"Fate giocare chi è meno fortunato di voi". Noterete che, ormai incapace di reagire, si sta lentamente trasformando in zombi... 


giovedì 28 ottobre 2010

tutti dentro!

Speravamo in un ottobre dolce e clemente, ma purtroppo siamo rapidamente precipitati nell'autunno pesto.
Non credo di essere l’unico che, svegliandosi la mattina negli ultimi weekend e mettendo il naso fuori dalla finestra, abbia avuto l’impressione di trovarsi in Cornovaglia.
Dovendo comunque fare di necessità virtù, una parte del team ha ripreso – obtorto collo – l’attività indoor.
E per quest’anno ci sono alcune novità importanti. Innanzitutto non giochiamo più nello stesso posto dell’anno scorso.
I motivi sono misteriosi: forse nella vecchia sede le docce e gli spogliatoi erano troppo puliti e confortevoli, forse non c’era abbastanza caos nel traffico per arrivarci, forse il fondo sabbioso non era abbastanza duro e ricco di pregiate ghiaie, magari mancavano gli stimoli olfattivi generati dalle possenti esalazioni biologiche emanate non so se da un bagno o da una sepoltura etrusca non ancora profanata, in grado di scuoterti nei momenti di torpore atletico…
Secondo me chi ha deciso di cambiare la sede teatro delle nostre imprese agonistiche ci ha voluto proporre un percorso di  spartana sofferenza, per rimarcare che il beach tennis non è solo divertimento, ma anche sacrificio e dedizione.
Abbiamo lasciato una struttura "decente ma smorta" per una struttura "vivace ma con palesi criticità" (non volevo dire "indecente"…) 
Speriamo comunque che le cose possano migliorare nel futuro. Perché nell’ambiente si sentono voci, e corrono indiscrezioni...
I beninformati sussurrano che forse l’anno prossimo si aprirà una nuova e splendente struttura per il beach tennis: il Beach and Go.
E nel 2012 un’altra ancora. Si chiamerà Stop Planet, e l’inaugurazione si terrà a dicembre (pare il 21), in concomitanza con la fine di uno dei tanti cicli del calendario Maya.
Sempre che non ci sia l'inversione dei poli magnetici terrestri, l'invasione degli alieni o l'impatto  anticipato dell’asteroide Apophis con il nostro pianeta.

Tuttavia l’attività invernale è cominciata.
Documentiamo qui, con alcune foto, gli esordi dell'attività al chiuso del gruppuscolo di agguerriti adepti, tutti (tranne qualche debosciato) orgogliosamente fasciati nella maglietta d' ordinanza.

 il giorno dell'esordio, tutti in divisa come scolaretti

la settimana dopo: già si notano i primi sintomi di svaccamento...

Il primo da sinistra è il prototipo del giocatore caparbio e generoso (noterete che è l'unico sudato del gruppo);
il secondo è l'indomito acrobata che si lancia su tutte le palline (come rivelano le ginocchia incrostate di sabbia);
il terzo sono io, e quindi mi astengo da ogni commento;
il quinto è il "pallettaro supremo" che tutti conosciamo;
il sesto - quello in grigio - è la controfigura di Nosferatu;
il settimo è un noto esponente della banda della Magliana, detto "er Ciabatta".
Un'annotazione a parte merita la procace biondina dall’aria apparentemente innocua, che vedete al centro della foto.
Si è presentata in campo costipatissima, a causa di un potente raffreddore, e per tutte le due ore di gioco non ha fatto altro che:
1) soffiarsi ripetutamente il naso;
2) impastrocchiare voluttuosamente di moccio la pallina, trasformandola in una bomba batteriologica degna delle migliori armi di distruzione di massa;
3) lanciarla in aria per il servizio e - PAAAFFF!- con una racchettata disperdere i virus per il campo.
Ovviamente ogni risposta al suo servizio non faceva altro che - PAAAFFF!-  diffondere ulteriormente i virus nell'aria, e così, di PAAAFFF! in PAAAFFF!, la pallina ha svolto il suo sporco compito, diffondendo virus a manetta nella rarefatta atmosfera del capannone.
Meno male che  i primi virus - i più aggressivi - sono stati rapidamente catturati e abbattuti dagli evanescenti artigli rapaci dei miasmi pestilenziali emanati non so se da un bagno o da un cimitero di zombi, situato in prossimità del campo 1.
I virus sopravvissuti, dopo un attimo di sgomento, si sono guardati intorno, ci hanno individuati e ci hanno puntati per portare a termine la loro ammorbante missione; ma fortunatamente stavamo giocando talmente male che, dopo una rapida occhiata, se ne sono andati inorriditi ad infettare i clienti di un supermercato vicino.

i giocatori, sfuggiti all'attacco batteriologico, 
festeggiano lo scampato pericolo

P.S. - Pubblico oggi questo post perchè domani uscirà il nuovo libro di Umberto Eco, "Il cimitero di Praga", e  non volevo mettermi in competizione... Oh, ma ecco a cosa somiglia l'esalazione fetida che ci perseguita nel chiuso dei campi  da beach tennis: forse proprio a quella che si avvertiva nel cimitero di Praga durante la riesumazione della salma del Golem! O forse a quella che fuoriesce dal mio borsone, aprendone la cerniera una settimana dopo averci dimenticato dentro i calzini sporchi... 

P.P.S. - Ancora una volta l'attualità ci prende alla sprovvista e ci scavalca: voci insistenti affermano che il nome della nuova struttura per il beach tennis, quella che dovrebbe aprire l’anno prossimo, non sarà più Beach and Go: si chiamerà invece - pensate un po'- Bunga Bunga!

domenica 10 ottobre 2010

la volpe e la lepre

10.10.10
Come vi avevo accennato circa un anno fa, questa è una data da ricordare; il giochino durerà ancora un paio di anni, poi ciccia.
Per festeggiare, oggi siamo andati a Spina ad inaugurare il campo invernale da beach tennis - gentilmente predisposto dal miglior imprenditore balneare degli ultimi 150 anni, che ringraziamo di cuore per la cortesia e l'attenzione.


La giornata è stata notevole, calda e soleggiata: l'atmosfera era rilassata e abbiamo giocato con una certa serenità, senza quell'agonismo esasperato e quella voglia di primeggiare che ha sempre contraddistinto tutti i membri del nostro Team.

Tuttavia ci sono due notizie da dare.
La prima è che per quest'anno il Badile d'Oro non verrà assegnato. A causa del buonismo imperante, nessuno si è espresso, e anche oggi sul campo non ci sono stati acuti tali da poterlo assegnare a furor di popolo, per cui tutto è rimandato al 2011, anno in cui però si prevede una lotta furibonda.
La seconda è che il mio storico socio di beach tennis ha fatto "outing", dichiarando - alla fine di uno scambio serrato nel corso di una partita - di "essere veloce come una volpe".
Al che la mia signora, donna di sani e solidi principi, ha ribattuto che secondo la tradizione popolare uno poteva al massimo ritenere di essere "veloce come una lepre", in quanto peculiarità della volpe era di essere furba, piuttosto che veloce...

 la mia signora in azione; dietro, la velocissima volpe

Ma dopo una stringente discussione, nessuno dei due ha cambiato idea.
Per cui il sorprendente e doloroso esito è stato che il mio socio è rimasto effettivamente convinto di essere - beachtennisticamente - "veloce come una volpe e furbo come una lepre".
E in quel preciso istante io ho cominciato a capire tante, ma tante cose...

venerdì 8 ottobre 2010

indietro tutta! - ultima parte

Nelle coppie di beachtennisti, generalmente chi ricopre il ruolo di Buana è quello dice al compagno ciò che deve o non deve fare.
Esempi tipici: stai avanti, sta indietro, copri al centro, copri il lungolinea, stai più a destra, stai più a sinistra, out, buona, chiudi, non forzare, salta, non saltare, inspira, espira, mia, tua.

Zambo è quello che ascolta con apparente attenzione tutto quello che Buana dice, ma poi (non si sa se per ripicca o per una sua reale incapacità di comprendere o di eseguire) fa quel diavolo che gli pare.
Esempi tipici: stai avanti, e lui sta indietro, copri al centro, e lui si copre i maroni con la racchetta, copri il lungolinea, e lui chiede "Con che cosa, con la sabbia?", out, e lui si spolpa per raggiungere la palla, buona, e lui  risponde "Se ti piace, mangiatela pure tu!", inspira, e lui espira, espira, e lui starnutisce, mia, e lui te la prende, tua e lui dice "Scusa, come hai detto?!?"

Bozambo è quello vorrebbe ma non può, potrebbe ma non vuole, esita sulle iniziative prese, teme di esitare e, comunque, si trova sempre nel posto sbagliato.

Possiamo schematizzare le varie possibilità di incrocio dei ruoli riscontrabili sui campi da beach tennis.

BUANA – ZAMBO
Coppia pericolosa perchè in genere Buana  ordina e Zambo disattende, Buana impreca e Zambo scazza,  in una spirale perversa che generalmente non porta a nulla di buono.

tipica coppia Buana-Zambo. Nella fattispecie, Buana 
aveva tracciato un cerchio sulla sabbia attorno a Zambo intimando: "Tu non ti muovere da qui!" (tutto vero!)

BUANA – BOZAMBO
E’ in genere una coppia meglio equilibrata anche perché tra i due scatta la reciproca competizione, il cui inatteso esito è che Bozambo non cresce e Buana regredisce. Nell'involversi delle situazioni di gioco i ruoli tendono ad invertirsi:  se uno parla coniugando i verbi all’infinito, l’altro permuta le consonanti. E viceversa.

BOZAMBO – BOZAMBO
E’ una coppia equivoca, capace di prestazioni fenomenali come di cagate siderali. Più spesso le seconde.

BOZAMBO – ZAMBO
Coppia che si rivela spesso senza nerbo: indicazioni poco efficaci, esecuzioni incongrue, incapacità di correggere gli errori, perseverante reiterazione degli stessi, scarsa motivazione generale. Spesso annegano le loro frustrazioni nello spritz.

ZAMBO – ZAMBO
E' un accoppiamento assolutamente da evitare, per il bene del beach tennis e in generale dell’intera umanità.

BUANA – BUANA
Coppia che non può durare: dopo essersi storditi a vicenda con reciproche indicazioni le une esattamente l’opposto delle altre, i due si ammazzerebbero a racchettate nel corso dei primissimi games.

... 

E ora mettetevi alla prova.
Per scaldarvi cercate di identificare chi ricopre i ruoli di Buana, Bozambo e Zambo nelle seguenti celebri coppie:
(per esempio: Robinson = Buana, Venerdì = Zambo)
Stanlio e Ollio, Gianni e Pinotto, Mandrake e Lothar, Clouseau e Kato, Wilcoyote e Bip Bip, i fratelli De Rege, Fred e Barney, Batman e Robin, Pippo e Topolino, Graziani e Pulici, Berlusconi e Bossi, Franchi e Ingrassia.

Sempre più difficile!
Identificate i ruoli tra i soggetti raffigurati nelle seguenti immagini fotografiche.
Vi diamo qualche dritta di esempio: 

Buana che si traveste da Zambo

Zambo travestito da Buana 

indubbiamente due Zambo!

 Adesso tocca a voi! Buon divertimento.

 questa è abbastanza facile...

anche questa non è particolarmente difficile...

ma qui le cose cominciano a complicarsi...

e da qui in poi sono VERAMENTE difficili!















... e finiamo con una foto un po' fuori tema, ma nella quale l'attribuzione dei ruoli tra chi sia Buana e chi Zambo mi pare assolutamente indiscutibile. 

Non me ne vogliano gli amici beachtennisti che non si ritrovano raffigurati nelle foto qui pubblicate: a furor di popolo tutti loro (me compreso) sono stati trionfalmente identificati come Zambo!  


mercoledì 6 ottobre 2010

indietro tutta! - seconda parte

E difatti, nelle alte sfere dell'ente in cui ho il privilegio di lavorare, si stava consumando l'ultimo atto della tanto temuta riorganizzazione. 
Complici la crisi, la congiuntura e quanto disposto da q.p.p.d.m. di Brunetta (acronimo di frase aggettivante che lascio decifrare all'intelligenza di chi legge), dopo anni di  responsabilizzazione degli individui e formazione indirizzata a valorizzare professionalità, definire competenze, incrementare efficacia, efficienza, assertività, proattività, capacità di lavorare in team, responsabilizzazione dei ruoli e patapim e patapam, oltre a sbattimenti estenuanti per raggiungere obbiettivi inutili quando non addirittura dannosi, la nuova classe dirigente, sprovvista di memoria storica, ignara e/o indifferente delle peculiari specificità umane e professionali esistenti ma evidentemente dotata di potenti tecnologie in grado di leggere ed interpretare la realtà oggetto dell'analisi,




ha provveduto a ridisegnare la struttura organizzativa di uffici e servizi sulla base di una semplice ma sempre efficace articolazione gerarchica, che si può riassumere e sintetizzare nel seguente schema:

Con alcune varianti pensate per strutture con funzioni di particolare rilevanza o criticità:


Per cui, l’utente che in questi giorni dovesse aggirarsi negli uffici, non si sorprenda se dovesse sentire strani dialoghi.

Sempre al servizio del cittadino e della collettività, forniamo una breve ma speriamo esauriente guida per tradurli ed interpretarli.


Guando Buana dire, Zambo vare.
(Quando decidete cosa c'è da fare, fatemelo sapere che mi organizzo.)

Zambo sendire damburi londani. Ora Zambo tornare in tucul.
(Suona il telefono, meglio che torni nel mio ufficio.)

Buana, non endrare in voresda malededda! Voresda biena di sbiridi maligni. Se Buana endrare, Buana morire.
(Fossi in te, aspetterei dieci minuti prima di entrare in bagno…)

Grande balloddoliere di Buana essere roddo. Ora Zambo brendere damburo e ghiamare sdregone.
(Ti si è impallato il computer. Mando subito una mail al CED.)

Buana, sole essere aldo in gielo: ora Zambo meddere esbloradore in bendola.
(E’ già l’una: vado a mangiare qualcosa.)

Buana sbaggare nogi di goggo gon vorza di zebù.
(Il capo è un cornuto rompicoglioni.)

Buana, Zambo avere baura: Zambo ora non sendire biù tamburi di voresda…
(Ho proprio paura che sia caduto il collegamento Internet…)

Buana, brego non svegliare sbiridi di giungla: se sbiridi arrabbiati, sbiridi invilare loro bambù in tuo bongo.
(Io eviterei di fare queste cose, facile che poi te lo mettano in quel posto.)

... 

Ma anche nel beach tennis (che come sempre si rivela specchio di realtà più ampie) si può ritrovare qualcosa del genere...

- 2. continua -

lunedì 4 ottobre 2010

indietro tutta! - prima parte

 Qualche giorno fa ho fatto una risonanza magnetica al ginocchio destro.
Che saltellare sulla sabbia racchetta in mano e inseguendo una pallina non fosse proprio un’attività salutare lo sospettavo da tempo, ma che mi potesse provocare dei danni, no. Anche se poi, sbirciando l’esito dell’esame con la micidiale capacità deduttiva del geometra, mi è sembrato che alla fin fine non ci fosse niente di particolarmente grave. Tranne forse, ma in via del tutto incidentale, il dolore che avverto quando lo piego e l'inquietante scrocchio articolare che sento quando lo allungo.
Comunque quella della risonanza è stata un’esperienza positiva. Anzi, direi che per 36 euro la consiglio a tutti.
Innanzitutto per via del tecnico che mi ha fatto l’esame. Una ragazza: la Dea della Radiologia.


 Una di quelle che quando entri in ambulatorio e ti guardano, non hai più bisogno del medico, perché guarisci istantaneamente. Meglio che andare in pellegrinaggio a Lourdes. 
Vedendola apparire nel candore del suo camice bianco sono rimasto piacevolmente stordito, e quando mi ha chiesto di allungarle le carte, nel porgergliele le dita mi si sono intrecciate, incespicando tra di loro per l'emozione.


 Poi mi ha domandato se non avessi qualcosa di magnetico addosso, ed io , già un po' rinfrancato, mi sono trattenuto a stento dal risponderle, con il piglio di Humprey Bogart: “Si, baby, l’irresistibile sguardo con cui faccio impazzire le donne, ma non posso farci niente, quello non me lo può togliere nessuno!”
Neanche il tempo di ridacchiare tra me e me per la battuta del cacchio che mi indica la porticina di un gabbione bianco in lamiera forata e vetro, sussurrando con voce vellutata: “Bene, adesso togliti i jeans e stenditi sul lettino.”
E lì ho avuto un tuffo al cuore. Ho rivissuto quelle situazioni da commedia sexy all’italiana degli anni ‘70: mi aspettavo solo che sbucasse da una porta un medico con la faccia di Renzo Montagnani accompagnato da  Alvaro Vitali  che scoreggiava, vestito da infermiere.
Poi però, tanto per riportarmi alla realtà, la Dea Magnetica mi ha infilato sulla gamba un semicilindro che mi  ricordava tanto la montagnola con la galleria sotto cui passava il trenino elettrico con cui giocavo da bambino, mentre io - osservando con sgomento i calzini che avevo tenuto infilati ai piedi - maturavo piano piano l'imbarazzante consapevolezza di quanto fossi ridicolo sdraiato in mutande su di un lettino metallico (situazione in un certo qual modo già vissuta di recente).

Ed è cominciato l’esame. Sembrava un videogame, ma di cui percepivo soltanto il sonoro.
Per una ventina di minuti ho distintamente avvertito, in rapide e ripetute successioni, il crepitio di raffiche di mitragliatrice, suoni gravi di campane tibetane, ritmi ipnotici di tamburi sciamani e ululati di sirene  di segnalazione di navi immerse nella nebbia ma prossime all'approdo.

Ma ciò di cui in quel momento non mi sono reso conto, e che poi si è rivelato profetico di quanto stava accadendo altrove in quegli stessi istanti, e che riguardava la sfera lavorativa mia e di tanti altri, era che la modulazione del  suono della sirena da nave che sentivo era esattamente quello che significava: “Indietro tutta!”

- 1. continua - 

martedì 28 settembre 2010

tristi case di fine stagione

 Giorni frenetici.

Case di Montecarlo di cui non si conosce il proprietario, non si conosce l’affittuario, niente, nessuno…  Viene da pensare che, in confronto,  al Lido di Spina ci siano delle agenzie immobiliari decisamente più serie.

E poi cognati, ministri caraibici, servizi paralleli, bufale, dossier.
E Marcegaglia che attacca: “Ora il governo agisca!”
E la replica di Bossi: "È facile parlare!"
E Marcegaglia che rilancia: “Proprio tu, che ti esprimi solo a gesti”.
E il figlio di Bossi: “Facile parlare?!? Mica tanto, io per esempio…” (detto naturalmente tramite il suo portavoce).
  
Ecchediavolo!!!

 il linguaggio dei segni, utilizzato anche nel beach tennis

Ma su questa palude di letame, si erge chiara e cristallina la voce del nostro Premier, volta a fermare il gioco al massacro:  
"In questi giorni l’immagine che da di sé la politica è un vero disastro, è molto peggio del teatrino di sempre, del teatrino delle chiacchiere, degli insulti, delle falsità.  Fuori da questo teatrino, il nostro governo invece, il 'governo del fare', ha continuato a lavorare in silenzio su cose concrete, nell'interesse di tutti gli italiani".

 fatti, non pugnette!

Ma va!

Certo che uno così al di sopra delle parti, queste cose può ben permettersi di dirle.

Anche se più che il governo del fare sembra il governo di tutte quelle altre penitenze che si facevano nei giochi da bambini: del dire (generalmente baggianate, ma anche insinuazioni, denigrazioni, bordate di affermazioni pronte per essere fraintese e raffiche di stronzate pronte per essere smentite), del baciare (escort e compiacenti massaggiatrici dei vari beauty center nel migliore dei casi, amici degli amici e uomini d'onore nel peggiore), della lettera (attività di dossieraggio e furibonde campagne di stampa orchestrate contro gli antagonisti politici) e – inevitabilmente tra un po’, e purtroppo trascinando tutto il Paese – del testamento.


Ma ritornando alla faccenda di Montecarlo, io proprio non mi capacito. Ma secondo voi, al di là delle carte, dei notai, dei rogiti, e dato che le case di vacanza alla fine sono tutte molto simili, è così complicato stabilire se uno ne è o no il proprietario? O se lo è, magari a sua insaputa?

Per me è semplice: basta osservare i comportamenti.

Quella indubbiamente è la tua casa se:

- quando arrivi nel weekend cominci a riposarti ramazzando via montagne di aghi di pino;
- ad inizio stagione ti affanni a spazzolare via dal cortile, dalle persiane, dalle finestre, dalle inferriate ecc. quel maledetto polline giallo che ti irrita gli occhi e ti gonfia il naso come quello di un clown;
- ti preoccupi di pagare l'ICI, sputando veleno contro il Comune perchè poi quei soldi li sperpera da altre parti;
- al momento delle pulizie generali di inizio stagione, a malincuore sei costretto ad aspirapolverare quei ragni che si annidano negli angoli del soffitto, per fargli capire che il padrone sei tu, e non loro;
- ti rassegni a partecipare alle assemblee di condominio che si tengono di regola il giorno prima o il giorno dopo ferragosto, e sorbirti la canonica filippica su quanto alte siano le spese di tenuta del conto corrente;
- prima di lasciarla ti premuri di chiudere acqua, gas, spegnere lo scaldabagno e staccare il cavo dell’antenna  tv, salvo poi - tornato in città - macerarti nel dubbio di non aver chiuso a chiave la porta di ingresso;
- quando schiacci una zanzara sul muro schizzi subito in bagno, afferri una spugnetta e ti precipiti freneticamente a strofinare la macchia di sangue nel patetico tentativo di cancellarla;
- appena intuisci l'ombra di una macchietta di umidità sull'intonaco, ti precipiti al primo Bricocenter e spendi centinaia di euro in prodotti che si riveleranno puntualmente inefficaci;
- ti adombri constatando che dopo esserti disarticolato la spalla per potare la siepe a perfetto livello, il giorno dopo i tuoi due vicini di lato tagliano la loro uno mezzo metro più alta, l’altro mezzo metro più bassa;
- ogniqualvolta ti trovi a passare nel raggio di trenta chilometri dalla casa, ti allunghi a spalancare porte e finestre per far respirare i muri;
- passi ore ad osservare le abitudini delle formiche che ti divorano gli scuri in legno, per poterne programmare al meglio il piano di sterminio.

Ma forse mi illudo, Fini è un politico e i politici queste cose non le fanno, trovano sempre qualcun’altro che le fa per loro: genitori, amici, domestici, sodali compiacenti.

 Loro se la godono e basta; perbacco, hanno ben altro a cui pensare!

... 

Dimenticavo.

La casa è indubbiamente tua anche se, come abbiamo fatto noi domenica scorsa – doloroso epilogo di fine stagione – parti dalla città con la penosa prospettiva di passare la giornata a sbaraccare tutto, vuotare la dispensa, sbrinare il frigo, disfare il letto, vuotare l'armadio, fare enormi fagottoni di biancheria, asciugamani, accappatoi, lenzuola, tende, strofinacci ecc. ecc. ecc.

Salvo poi farti sorprendere da una stupenda, calda e soleggiata domenica di fine estate, per cui costume e maglietta e via, in spiaggia per le ultime racchettate con gli amici (e gli ultimi furibondi scontri per aggiudicarsi il "Badile d'Oro 2010"). 

Perchè, se la casa è importante, ancora più importante è tutto quello che ci ruota attorno.
E al diavolo tutto il resto.

venerdì 24 settembre 2010

il racconto dell’infortunato - versione 3


Sono stato rapito dagli alieni.

A notte tarda, mentre stavo cercando di aprire il lucchetto della bicicletta, all’improvviso ho visto un raggio verde infiltrarsi sotto la calotta dei pini ed espandersi nella mia direzione. In un battibaleno sono stato risucchiato verso l’alto, ho perso i sensi e al mio risveglio ero nudo, immobile, disteso su un piano metallico e diretto, avrei saputo dopo, verso un pianeta di un sistema solare sperduto tra Cassiopea e Andromeda.

Gli alieni mi hanno trattato bene. Hanno voluto sapere tutto di me e della vita sulla Terra, e quando ho cominciato a parlar loro del beach tennis si sono subito entusiasmati. Ho dovuto insegnargli in fretta e furia i primi rudimenti del gioco. Purtroppo però il loro pianeta non presentava le caratteristiche ottimali per la pratica del beach tennis: a parte le spiagge di sabbia viola e il mare di metano liquido, la particolare forza gravitazionale presente faceva pesare una pallina mid l’equivalente di circa 14 tonnellate, rendendo quantomeno problematici gli scambi.

Mi hanno allora prontamente trasportato su un altro pianeta, e lì le condizioni erano perfette: profonde spiagge di sabbia infuocata, mare puzzolente, prezzi spropositati. Proprio come a Spina. Anzi, ancora meglio perchè,  a causa di una curiosa deviazione spazio-temporale dovuta probabilmente all’inversione magnetica dei poli, riuscivo clamorosamente ad anticipare la pallina negli smash, maneggiando la racchetta come Jimi Hendrix riusciva a maneggiare la sua fida Stratocaster.

Hanno subito preteso che cominciassi ad organizzare dei tornei, cosa in cui mi sono buttato a capofitto nonostante qualche problema nella realizzazione delle magliette, che sono risultate un delirio di colli e maniche per via del fatto  che i miei rapitori erano polipoidi dotati di otto tentacoli. Cosa che però li rendeva abilissimi nel gioco: dovevate vedere come giocavano di dritto passandosi rapidamente la racchetta da un tentacolo all’altro!

gli alieni in azione.  Dato che utilizzano  i tentacoli sia come braccia
che come gambe, è stato ideato un innovativo capo multiuso:
 la pantamaglietta (pantaloncino se la infili da sotto, maglietta se la infili da sopra)

Dopo un periodo di tempo lunghissimo (presumo svariati anni, e senza che apparentemente invecchiassi di un giorno) e innumerevoli stagioni di tornei di beach tennis organizzati per tutta la galassia, i miei amici alieni mi hanno visto un po’ triste, e mi hanno chiesto se per caso non provassi un po’ di nostalgia. Gli risposi che si, effettivamente avevo voglia di rivedere casa...
“Ma ti manca tua moglie?”
“No, non è che mi manchi mia moglie, è che mi piacerebbe proprio rivedere la Terra…”
“Beh, se lei non ti manca allora puoi restare qui….” insistettero loro.
“Ok ragazzi, allora si, va bene, sento veramente tanto la mancanza di mia moglie, e del lavoro, e dei tornei under 12,14 e16!” – mentii, con una spudoratezza di cui ancora oggi mi sorprendo.

Insomma, mi caricarono sulla loro astronave e in un batter d’occhio eravamo sulla verticale di Spina.
Dopo tanto tempo ero di nuovo a casa. I miei amici polipoidi erano commossi, e non appena siamo atterrati si sono affacciati agli oblò, sventolando i fazzoletti con i loro tentacoli.
Ed è stato in quel momento che, scendendo la scaletta , mi sono girato di scatto per un ultimo saluto, sono incespicato nel gradino, ho mancato la ringhiera e ho sbattuto l’occhio sinistro contro il portellone del disco volante.

...

Sulla Terra erano passati appena tre millisecondi e nessuno si era accorto di niente, tranne del fatto che ero stramazzato al suolo e sanguinavo dall’occhio come un vitello scannato.

Comunque gli alieni non ci hanno abbandonato, sono ancora qui tra noi. Ci osservano. Uno di loro è Paul, il polpo che imbroccava i risultati delle partite di calcio degli ultimi Mondiali in Sudafrica.


Un altro l’ho individuato io, la scorsa settimana al ristorante “Il Martin Pescatore”: sdraiato su un piatto di antipasti di mare freddi, nascosto tra uno scampo e una mazzancolla, mi ha salutato strizzando l’occhiolino.

...


Tra un po' pubblicheremo il resoconto del Torneo dell'Amicizia 2010 del Bagno Spina: il "D-day", il giorno dei dannati.
Ed è stato proprio in quel funesto giorno che si è verificato il vero infortunio dell'estate...
  

mercoledì 22 settembre 2010

mutatis mutandis

Pensavo di pubblicare qualcos'altro, ma l'attualità ci incalza e non può essere elusa. Quindi si cambia in corsa.

Notizia di oggi.

Il noto ex arbitro ecuadoriano Byron Moreno, protagonista dell'eliminazione dell'Italia dai Mondiali di Corea del 2002, è stato arrestato all'aeroporto John F. Kennedy di New York perchè sorpreso con  sei chili di eroina nascosti nelle mutande.
Se cercava di far colpo sulle hostess al check-in, forse ha un tantino esagerato. Cosa aveva addosso, il pannolone di Tafazzi? E cosa diavolo sperava di millantare?
Visto poi che le hostess era già da diverso tempo che se la ridacchiavano tra di loro, mettendosi le mani davanti agli occhi con le dita allargate per potergli sbirciare meglio in mezzo alle gambe,  e continuando a bisbigliare: "Oh, my God!", forse il buon Moreno avrebbe dovuto assumere un comportamento un po' più circospetto.

Pensate che quest'estate una cosa del genere è successa anche a me.
Giocando a beach tennis io non mi tuffo mai, ma un pomeriggio, impegnato in un doppio misto, sono inciampato goffamente, ho perso l'equilibrio, mi sono schiantato sulla spiaggia e mi sono rialzato con sei chili di sabbia dentro ai boxer.
Beh, non ci crederete, ma le ragazze non si sono accorte di niente.
Probabile che i sei chili si fossero distribuiti male.

  
Ma anche in questi giorni le mie mutande sono teatro di avvenimenti simili.
Per faccende di ufficio e di lavoro che, per evitarvi la noia, non starò qui a precisare, dentro ai miei slip si sta attualmente svolgendo una popolare manifestazione: il "Ferrara Ballons Festival".
O almeno una piccola parte di essa: la magia di un paio di mongolfiere che si gonfiano senza librarsi nell'aria.

sabato 18 settembre 2010

giocatori da badile


Siamo ormai alla stretta finale.

La selezione è stata durissima, ma la cerchia dei candidati all’assegnazione del “Badile d’Oro 2010”, ambìto trofeo che premierà il giocatore di beach tennis del Bagno Spina e immediati dintorni più falloso dell’anno, è ormai ben delineata.


Con la fine dell’estate, poche sono ancora per i contendenti le occasioni per cercare di affermarsi nell’agguerrito gruppo dei finalisti, e la lotta negli ultimi weekend si preannuncia furibonda.

Mentre vi mostriamo i concorrenti in lizza, ricordiamo qui di seguito le particolari specialità poste alla base delle valutazioni che hanno consentito di selezionarli. 

un candidato escluso perchè difficilmente valutabile: 
in questa stagione fortunatamente ha giocato troppo poco 

la badilata
Qualsiasi colpo portato alla pallina che, per la sua peculiarità, abbia ricevuto l’approvazione dai vertici della Coldiretti. E’ un colpo portato con rara potenza e pervicace determinazione, ma sbagliato per tempo, forza, direzione ed intensità. E’ per antonomasia  il colpo sbagliato a 360 gradi: il colpo sbagliato perfetto.

Approfondimento tecnico. Come può il giocatore di beach tennis avere la certezza di aver tirato una badilata? Semplice: se c’è un cane nei dintorni, per solidarietà abbaia.

la sbadilata
Come la badilata, ma – se possibile - di più.

Approfondimento tecnico. Come può il giocatore di beach tennis avere la certezza di aver tirato una sbadilata? Semplice: se c’è un cane nei dintorni, per solidarietà ulula. 

  
il primo candidato: già dall'espressione capirete che 
non ha cognizione di cosa gli stia succedendo attorno
  
Talvolta succede che ad una badilata l'avversario risponda con una ribattuta incongrua, a cui poi segue una sbadilata e via così, e spesso lo scambio continua per diverso tempo nonostante i compagni di gioco si sgolino, invochino gli dei del beach tennis e si strappino i capelli nel tentativo di fermare l'orribile sequenza.

Approfondimento tecnico. Come può il beachtennista essere sicuro di aver eseguito  una corretta sequenza di badilate e sbadilate? Semplice: se c’è un cane nei dintorni, non solo si avvicina al giocatore uggiolando felice, ma gli chiede il pedigree, il numero di microchip che gli hanno inserito (a sua insaputa) sottocute, e se anche lui ha già fatto il vaccino contro il cimurro.
  
il servizio tendente all’infinito
Qualsiasi servizio in cui la traiettoria della pallina, parallela al terreno, lo incontra solo all’infinito, rispettando quanto affermato da Euclide nel V postulato. In realtà nessun servizio sbadilato è mai riuscito a tanto; sono però stati segnalati servizi che hanno scavato crateri al lido di Volano da una parte, e a Marina di Ravenna dall’altra.

il secondo candidato mentre carica il servizio,
con la potenza e l'agilità di un mietitrebbia

la spizzata laterale
In questo colpo la palla, colpita con l’estremo bordo della racchetta, schizza lateralmente abbattendo il compagno di gioco, o l’eventuale ignaro spettatore, o un giocatore del campo accanto, o un ambulante senegalese di passaggio, ecc. ecc.)

la smorzata fiappa
Detto così non è bello, ma trattasi di un tentativo di palla corta che rimane desolatamente al di qua della rete.

il servizio ad obice
E' un servizio spizzato in alto, la cui vertiginosa parabola semina terrore tra gabbiani e deltaplanisti.

il servizio sul nastro 
E' il servizio in cui la pallina, dopo aver  incenerito l'orecchio del vostro compagno impattandone il lembo auricolare ai duecento all'ora, colpisce il net e rimbalza miseramente nel proprio campo.

la terza candidata: noterete l'estrema concentrazione,
 che si rivelerà del tutto inutile ai fini del gioco

 il lungolinea largo
Colpo che richiede doti naturali che derivano dalla particolare conformazione delle articolazioni di radio e ulna rispettivamente sul gomito e sul polso, e che determinano il cronico disallineamento di tale colpo di  5-10 gradi sessagesimali verso l’esterno rispetto alla traiettoria voluta.

la “macarena”
Colpo già citato in un vecchio post: andatevelo a vedere cliccando qui.

il pallonetto fuori luogo
Colpo improvvido che nasce dall’incapacità del giocatore di valutare correttamente l'azione del vento. Provoca pallonetti corti i cui conseguenti smash perforano di norma il compagno incolpevole, o pallonetti lunghi che,  trasportati dagli alisei, depositano la palla in luoghi esotici di struggente bellezza ma di norma situati all’esterno del campo di gioco.

 
 il quarto candidato: talmente avvezzo all'uso 
del badile che qui pare essersi scavato la fossa da solo

la chiamata incongrua
Particolare capacità del giocatore di chiamare al compagno, affannosamente impegnato ad inseguire una palla diretta sui bordi del campo, “Out!!!” la palla dentro e “Buona!!!” la palla fuori.

lo "smash trash"
Lo dice il termine stesso: qualunque tentativo di schiacciata mal riuscito, degno solo di essere buttato nell’immondizia.

l’ingroppata autolesionista fratricida
Nel generoso tentativo di colpire una palla destinata palesemente nella parte di campo di competenza del compagno, l'ingroppatore travolge quest'ultimo e lo pesta come un hamburger, sbagliando poi ovviamente la ribattuta.

il “Non pensavo di sbagliarla!”
Detto anche il “Ma dai che c’ero!”.  Qualsiasi colpo in cui la racchetta, pur sventagliata con balda sicurezza, non impatta la pallina, dando l’impressione che essa la attraversi misteriosamente, quasi dematerializzandosi.

il quinto candidato: leggendari 
suoi inutili tuffi nella sabbia

il salto del ranone
Goffo tentativo di colpire la palla saltando ma sbagliando il tempo, il modo, il luogo e pare anche la declinazione.

la bella statuina
Capacità di un giocatore di restare immobile su una palla indiscutibilmente diretta verso di lui. D'altra parte, come diceva Altan in una vecchia vignetta che voleva colpire l'inerzia di certi partiti di sinistra nell’organizzare un’alternativa, perchè stare fermi quando si può rimanere immobili?

la ribattuta generosa
Capacità del giocatore di ribattere una palla nonostante i ripetuti avvertimenti del compagno che si sfiata nel tentativo di fargli comprendere quanto essa sia destinata a cadere non solo al fuori del campo di gioco, ma anche dai confini amministrativi del Comune di Comacchio.

la sesta candidata: dietro l'apparente tranquillità 
nasconde l'indole della sterminatrice

la mazzolata involontaria
Capacità del giocatore di percuotere con la racchetta il compagno a fianco, nel tentativo di intervenire su una palla equidistante tra i due. Mentre il mazzolando - prudentemente - cerca di ritrarsi, l’infame picchia a vanvera  selvaggiamente, provocando al compagno lesioni paragonabili a quelle dei pestaggi sistematici di certe dittature sudamericane. Dopo la mazzolata, mentre il compagno agonizza al suolo, il mazzolatore ha spesso il coraggio di chiedere, con ostentata disinvoltura: “Non ti avrò mica fatto male, vero?”

... 


 
 quando due candidati al “Badile d’Oro” giocano in coppia,
possono costituire un reale pericolo alla pubblica incolumità


 
qui,  probabilmente con una spizzata laterale, hanno
appena  polverizzato la ragazza con il bikini lilla,
 a bordo campo nella foto precedente 
 (e che ad un più attento esame, è risultata essere la candidata n. 6!)

Ragazzi miei, è ben più difficile aggiudicarsi il “Badile d’Oro” che non il Master Turquoise!

... 

E visto che oggi piove (governo ladro), invece di crogiolarvi nell'ozio grattandovi, potreste indicare altri candidati, dare le vostre preferenze, individuare e proporre altre specialità in cui secondo voi dovrebbero eccellere i giocatori fallosi; insomma datevi da fare e, se volete, fatevi poi vivi nei commenti o dove diavolo vi pare.